Dati AGCom gennaio 2013

Pubblicato il 9 Maggio 2013 alle 15:45 Autore: Matteo Patané

 

Passando dal dettaglio dei singoli partiti a quello delle coalizioni, il gap già molto ampio tra PdL e PD si allarga ulteriormente considerando gli altri partiti che compongono le rispettive coalizioni, arrivando a sfiorare il 10%, pari ad una differenza di 41 ore. Il centrodestra supera il 33% (un terzo del tempo complessivo) mentre IBC nel suo complesso arriva al 25%; in sostanza, il solo PdL ha avuto a disposizione nei telegiornali lo stesso tempo avuto dall’intero centrosinistra.
Passando al dettaglio delle altre coalizioni, Scelta Civica si posiziona poco sotto IBC con il 22%, mentre staccatissimi sono il M5S (6%) e RC (5%).

Esaminando il dettaglio delle singole testate, si possono considerare maggiormente schierate con il centrodestra Studio Aperto e TG5, con Monti TG1 e SkyTG24, con IBC Studio Aperto e TG1, con Ingroia MTV News e Rainews e infine con il M5S MTV News e SkyTG24. Si tratta in effetti di una strutturazione piuttosto insolita nella distribuzione del tempo politico, che vede ripetuti due volti molti telegiornali, quasi come se ciascuna testata avesse voluto privilegiare non una ma due formazioni, nell’ottica – spesso interessata – di creare contrapposizioni a due che per motivi elettorali svantaggiassero le forze escluse.

Dati AGCom gennaio 2013 aggregati per
Istituzioni – Maggioranza – Opposizione

 

Dati AGCom 2013 aggregati per
Istituzioni – Maggioranza – Opposizione

Osservando invece i dati legati al posizionamento delle forze politiche, emerge con fora la schiacciante maggioranza di quelle formazioni che sono poi andate a formare il Governo letta, con 313 ore complessive, pari al 69% circa. Si tratta di una percentuale esorbitante, certamente comprensibile in un momento in cui tali forze erano da ritenersi ancora rivali, ma senza dubbio profetica in quella che si sarebbe poi rivelata la formazione di governo.

A livello di testate, sono state MTV News e Rainews a destinare il maggior spazio a quelle forze che avrebbero poi costituito l’attuale opposizione al Governo Letta, anche se da motivi opposti, la prima dando particolare spazio a SEL e Lega, la seconda puntando piuttosto su MoVimento 5 Stelle e Rivoluzione Civile.

Ciò che emerge dall’analisi di questo primo mese del 2013 è comunque uno scenario televisivo dominato nel bene e nel male dal centrodestra, che ha avuto ore e ore di surplus rispetto a qualsiasi altra coalizione: una decina di punti percentuali di vantaggio sul centrosinistra, infatti, in un mese con oltre 400 ore di informazione politica, è un valore estremamente rilevante anche a livello assoluto, e non solo a livello relativo.
Piuttosto interessante è il distacco tra centrodestra e centrosinistra aggregando le testate: 14 ore di differenza nelle reti RAI (15%), 15 ore e mezza nelle reti Mediaset (11%), 4 ore nelle reti Telecom (9%), 9 ore su Sky (7%). È quindi prevalentemente in RAI e non in Mediaset come si potrebbe erroneamente pensare che si è consumato il principale squilibrio mediatico a favore di Berlusconi e della sua coalizione, a riprova della profonda influenza che gli anni di governo del Cavaliere hanno avuto sulla televisione pubblica.
Quanto alle altre coalizioni, il centro montiano ha avuto risultati non eccessivamente distanti da quelli del centrosinistra, quindi non lo si può definire sacrificato in senso assoluto; sacrificati sono stati invece Rivoluzione Civile e MoVimento 5 Stelle, che però spesso ha utilizzato la carta della lontananza dalla TV come arma elettorale, anziché subirla… e con ottimi risultati.
La televisione italiana, persino in un momento stringente come la campagna elettorale per le politiche, si dimostra una volta di più territorio berlusconiano. Chi ha saputo dimostrare di poter sfruttare vie alternative al consenso è stato premiato, chi si è ostinato a sfidare il Cavaliere sul suo terreno di gioco – senza nemmeno aver tentato di cambiare le regole del gioco riformando il sistema televisivo quando ne aveva l’occasione – ne è uscito con le ossa rotte.

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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