Lega e Pdl, una successione difficile
Lega e Pdl, in crisi di consensi, potrebbero risollevarsi a partire da un rinnovamento dei loro vertici. Ma i problemi non sono pochi.
Da Maroni ad Alfano. Dopo essere stato acclamato segretario del Popolo della Libertà ha atteso (con ritardo sulla tabella di marcia preventivata) di essere sostituito nel ruolo di “guardasigilli”. La nomina del suo successore, Nitto Palma, pare abbia ancora di più raffreddato i rapporti tra Berlusconi e Napolitano. Alfano non vedeva l’ora di liberarsi dell’incombenza ministeriale per iniziare a mettere mano all’organizzazione del partito. Tra i suoi obiettivi c’è l’esigenza di costruire un partito che sopravviva al suo leader. Nel suo manifesto politico, illustrato proprio nel giorno della proclamazione, ha coniato la definizione del “partito degli onesti”. Di lì a poco sarebbero scoppiati i casi dei deputati Papa e Milanese: congiuntura, chiamiamola così, a dir poco sfortunata. E infatti Alfano in queste settimane è apparso poco. Il compito che gli è stato affidato è ancora più complicato se si considerano i tempi molto stretti: mancano, alla scadenza naturale della legislatura corrente (e del Governo), meno di due anni. Termine entro il quale Alfano dovrebbe: preparare il terreno alla costruzione di una grande forza moderata, riappacificare i partiti italiani (e i leader) che si richiamano al Partito Popolare Europeo e facilitare l’uscita di scena del principale protagonista della vita politica del Paese degli ultimi quindici anni. Considerando la grave crisi dei mercati, i continui scandali con conseguenti spinte contro la casta, se riesce in tutto ciò avrà compiuto una impresa quasi impossibile.