L’ipocrisia della legge elettorale

Pubblicato il 24 Settembre 2011 alle 14:36 Autore: Gianluca Borrelli

Le ragioni principali del mancato ostruzionismo parlamentare stile PCI del 1953 non furono tanto dovute alle suddette mollezze da parte di chi era cresciuto a te e biscotti nei salotti romani, ma a calcolo e convenienza. Pensarono: “Si è vero, il Senato sarà quasi certamente ingovernabile, ma quando si e’ mai vista una crisi di governo al Senato nella storia della repubblica? (e qui sbagliarono drammaticamente previsione), e poi anche se perdessimo il 5% (cosa che comunque non credevano possibile e invece si verifico’ eccome) i nostri sondaggi riservati ci dicono che abbiamo ancora un certo margine e quindi avremo il premio di maggioranza in ogni caso (questo avvenne anche se per soli 24000 voti)” Non c’era quindi di che allarmarsi, avrebbero comunque vinto alla Camera, secondo i loro sondaggi elettorali riservati, e al Senato sarebbe comunque andata bene perché storicamente era sempre stato un luogo tranquillo.

Ma dove era quindi la convenienza di tutti? Nelle liste bloccate… ufficialmente nessuno lo poteva dire in maniera aperta ma la possibilità che le segreterie decidessero le liste faceva comodo, troppo comodo. I titolari dei collegi sicuri erano diventati quasi ingestibili, tanti piccoli mandarini locali legati al loro elettorato di collegio con una libertà rispetto al partito assolutamente insopportabile da parte di chi reggeva il timone della coalizione. Era un obiettivo per chi controllava le varie correnti di partito (ma anche per chi egemonizzava i partitini) che valeva qualsiasi contropartita, persino il rischiare di perdere il 5% dei voti a favore dell’avversario sembrava ragionevole pur di ottenere l’agognato privilegio di poter scegliere a uno a uno quelli che sarebbero poi stati eletti e far dipendere la loro elezione ed eventuale rielezione dalla fedeltà al gruppo di potere che l’aveva fatti eleggere. La prova definitiva che anche al centrosinistra in fondo questa legge non dispiacesse sta nel fatto che nei due anni di governo successivi non solo l’argomento non e’ mai stato messo all’ordine del giorno, ma non se ne e’ nemmeno parlato nei termini nei quali se ne parla ora. Eppure i difetti di questa legge erano ben noti a tutti sin dall’inizio.

Suona estremamente ipocrita da parte di tutti quindi questa lotta a chi condanna di più questo aspetto della legge elettorale da loro stessi voluta, votata o comunque non osteggiata fino in fondo, ma la domanda che sorge spontanea a questo punto e’: Ma se siete tutti d’accordo nel condannare le liste bloccate perché non fate un emendamento in 5 minuti e cominciate a cambiare almeno questo punto? L’attuale opposizione si e’ sempre dichiarata ufficialmente contraria, l’attuale maggioranza che volle e voto’ questa legge ora la condanna a pieni polmoni.

E che aspettano a cambiarla nella sede naturale ovvero il parlamento?

Perché sprecare tempo e denaro pubblico se sono già’ tutti d’accordo?

L'autore: Gianluca Borrelli

Salernitano, ingegnere delle telecomunicazioni, da sempre appassionato di politica. Ha vissuto e lavorato per anni all'estero tra Irlanda e Inghilterra. Fondatore ed editore del «Termometro Politico».
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