Sondaggi pessimismo e frasi a effetto la settimana scandinava
In Danimarca invece il governo di centrosinistra tira un sospiro di sollievo o prova a farlo. I sondaggi degli ultimi giorni non dipingono scenari rosei, ma almeno s’è arrestata l’emorragia di consensi.
Secondo i numeri diffusi dalla Gallup, i laburisti della premier Helle Thorning-Schmidt sono al 20,6 per cento. C’è comunque poco da sorridere.
Il partito resta lontanissimo rispetto al 24,8 delle elezioni del 2011 e quando si vanno a mettere insieme i voti virtuali del centrodestra e quelli del centrosinistra a prevalere nettamente è il blocco conservatore. I numeri della Gallup lasciano pochi dubbi: 54,2 contro 45,6.
Insomma un’eternità, ma il governo ha tutta l’intenzione di godersi pienamente questa boccata d’ossigeno. Ora c’è l’estate, subito dopo il voto per le amministrative: già lì si capirà un po’ di più sul vero stato di salute del governo.
In Finlandia, invece, insieme alla stagione estiva arrivano pure i brutti numeri sull’economia. La Banca centrale infatti ha tagliato le stime di crescita per il 2013 dal +0,4 per cento a un cupo -0,8.
La recessione colpisce più duro di quel che a Helsinki avevano sperato: colpa dell’aumento della disoccupazione e del calo dei consumi interni.
La Finlandia, ha spiegato il governatore della Banca centrale Erkki Liikanen, si trova in mezzo al guado: sta riconvertendo il proprio tessuto produttivo e patisce gli effetti della crisi economica. Un mix potente, e gli effetti si vedono.