Grillo avverte “Si torni al voto, Italia sull’orlo del baratro, sto fermando i fucili”

Pubblicato il 10 Luglio 2013 alle 17:30 Autore: Alessandro Genovesi

Giornata campale per Beppe Grillo. In mattinata il leader del Movimento 5 Stelle è stato, insieme a Gianroberto Casaleggio, a colloquio al Quirinale: quasi due ore di faccia a faccia durante il quale Grillo ha espresso al Presidente Giorgio Napolitano le proprie preoccupazioni riguardo la situazione economica e la crisi dei partiti.

Subito dopo il colloquio l’ex comico si è recato, accompagnato dai capigruppo Riccardo Nuti e Nicola Morra, nella sala stampa del Senato per la conferenza stampa.

In primo luogo Grillo ci ha tenuto a ringraziare il Capo dello Stato per l’incontro: “Ho ringraziato Napolitano per la gentile accoglienza e per la sollecitudine. Gli ho espresso la mia preoccupazione per la condizione economica, sociale e politica del paese”.  Ancora, rivolto al Presidente: “Napolitano è diventato uno scudo, un parafulmine dei partiti che non sono capaci di fare scelte. Doveva e poteva dire no al secondo mandato”.

Sono pesanti le affermazioni dedicate alla situazione economica del Paese, definita “un’economia di guerra”: “Il debito pubblico ci sta divorando. Paghiamo 100 miliardi di euro l’anno di interessi. Solo quest’anno per non fallire dovremo vendere 400 miliardi di titoli. Nè Berlusconi, nè Monti nè Letta sono riusciti a frenare il debito. Gli interessi sul debito, la diminuzione delle entrate fiscali causate dal fallimento di massa delle imprese, alla disoccupazione e al crollo dei consumi rappresentano la certezza del prossimo default. Non c’è scelta il debito pubblico va ristrutturato”. Grillo torna poi a chiedere a gran voce al presidente della Repubblica “di fare qualcosa, se necessario di far abrogare la legge elettorale, sciogliere le Camere e di tornare a votare. Non c’è più tempo, ho suggerito a Napolitano di andare in televisione a reti unificate e di dire la verità sulle condizioni del Paese”.

Oggetto di attacchi è anche il Parlamento, ormai “esautorato”, totalmente subordinato al “governo che fa i decreti legge, con le Camere che approvano a comando. Non siamo più una Repubblica parlamentare e forse non siamo più una democrazia”. Quanto ai parlamentari cinquestelle, c’è una parziale assunzione di responsabilità: “È chiaro che non avendo avuto tempo di fare candidature sono entrate in Parlamento persone che non dovevano entrare. Abbiamo fatto sbagli ma abbiamo anche inserito  persone oneste in un circuito in cui persone così non si vedevano da anni”.

Grillo poi non lesina il consueto attacco ai giornalisti “dovreste vergognarvi, noi abbiamo eliminato i partiti, ci avete attaccato ma noi abbiamo già vinto” e ribadisce, ancora una volta, il ruolo, a suo dire fondamentale, esercitato dal M5S durante questa crisi: “Dovreste essere orgogliosi di questo Movimento che ha mantenuto un po’ di democrazia in questo Paese, la gente vorrebbe i fucili, vorrebbe sparare ma io dico no, abbiamo i metodi democratici, proviamo ancora con quelli”.

L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
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