Il ritorno di Goffredo Bettini

Pubblicato il 12 Luglio 2013 alle 16:47 Autore: Christian Goldoni

La seconda proposta va invece nella direzione della partecipazione, interpretata in chiave meno identitaria.

La “democrazia deliberante” promossa da Bettini comincia dalle fondamenta del partito, i circoli. Che dovrebbero essere “liberati dal ruolo mortificante di strutture per la semplice propaganda, per la ricerca di consensi personali e di preferenze, per l’incubazione di carriere più o meno brillanti delle giovani leve, per un impegno utile ma limitato, se esclusivo, alle questioni locali”.

Al contrario, i circoli diverrebbero delle vere e proprie agorà, nelle quali confrontarsi, raccogliere informazioni e infine esprimersi su indirizzi e scelte fondamentali del partito. Dunque non solo primarie per selezionare i candidati ma anche primarie delle idee. Un esempio concreto, su cui chiedere l’opinione della base, per Bettini potrebbe essere la questione relativa al testamento biologico.

“Questa cessione di sovranità verso il basso – è la sua convinzione – è il solo vero atto esplicito e concreto per superare il correntismo e le intercapedini burocratiche”.

Il documento bettiniano, che ambisce a raccogliere un sostegno trasversale nel partito, nei giorni scorsi ha ricevuto il plauso di alcuni esponenti renziani, in primis il ministro Graziano Delrio. Lo stesso sindaco di Firenze – da sempre schierato a favore di un bipartitismo all’americana e di un sistema partitico meno identitario – lo ha definito, in un’intervista a Repubblica, “molto interessante”.