Economia, sondaggi e statistiche: la settimana scandinava

Pubblicato il 18 Luglio 2013 alle 10:46 Autore: Antonio Scafati

Gli economisti invitano alla prudenza considerato che i licenziamenti continuano ad essere numerosi, la spesa pubblica resta alta, il mercato interno ristagna e non si intravede una vera ripresa nel contesto europeo. Insomma non sarà la luce in fondo al tunnel, ma almeno quel tunnel ai danesi sembra un pochino meno buio.

In Islanda sono passati neanche due mesi dall’insediamento del nuovo governo di centrodestra e per i cittadini è tempo di dare i primi voti. Lo fanno attraverso lo strumento più classico, quello dei sondaggi. Secondo una rilevazione dell’MMR, il supporto nei confronti del Partito progressista del premier Gunnlaugsson è sceso al 16,7 per cento. E sono un bel po’ i punti persi, visto che alle elezioni dello scorso aprile il partito era arrivato al 24,4. A salire è il Partito dell’Indipendenza, partner di governo, che rispetto al voto di tre mesi fa guadagna tre punti e arriva al 29,7. L’opposizione resta più o meno dov’era, con l’Alleanza Socialdemocratica al 13,5 per cento (era stato il 12,9 ad aprile).

Cosa non è piaciuto agli islandesi fino a oggi? Forse la decisione del governo – contestatissima – di ridurre le tasse ai colossi dell’industria della pesca, o forse le difficoltà incontrate nell’elaborare una strategia che riduca il peso dei debiti sulle famiglie, rebus politico e finanziario a tutt’oggi irrisolto.

Il premier islandese Sigmundur Davíð Gunnlaugsson

Il premier islandese Sigmundur Davíð Gunnlaugsson

Un’altra questione spinosa arriva direttamente dal continente, per la precisione da Bruxelles. Il presidente della Commissione europea Manuel Barroso ha rivolto un invito al governo islandese affinché decida il più in fretta possibile se interrompere o meno le trattative per l’adesione all’Unione europea. “È nell’interesse di tutti che questa decisione sia presa senza ulteriori rinvii” ha detto Barroso, “se l’Islanda lo vuole, noi restiamo impegnati a continuare il processo che, sono sicuro, può tener conto delle specificità del paese”. Insomma Bruxelles rispetta la decisione islandese di mettere l’intera faccenda nelle mani del popolo attraverso lo strumento di un referendum, ma chiede comunque che si faccia presto.

Non è la prima volta che al governo si chiede di decidere in fretta, ma da Reykjavík fanno sapere che una data per il voto popolare ancora non è stata fissata. “Siamo favorevoli a una cooperazione” ha detto Gunnlaugsson, “ma dobbiamo ancora capire quale soluzione sia la più opportuna per l’isola”. Nel frattempo, la disoccupazione continua a calare: a giugno è al 3,9 per cento. Un livello così basso non si registrava dal 2008.

La Finlandia invece è concentrata sulle trattative per la riforma del mercato del lavoro. Se ne è tornato a parlare da un paio di settimane, dopo che se ne era discusso per mesi a cavallo tra l’inverno e la primavera. La scorsa settimana il ministro delle Finanze, la laburista Jutta Urpilainen, ha chiesto ai datori di lavoro e ai sindacati di trovare un accordo sui salari, precondizione indispensabile per aumentare il potere d’acquisto e ridare un po’ di stabilità a un’economia che non gode di ottima salute. “L’economia si sta contraendo”, ha ricordato Urpilainen, “e la spesa pubblica sta aumentando”. Due notizie per nulla incoraggianti che nei piani dell’esecutivo dovrebbero spingere le parti a trovare finalmente un’intesa.

Un altro invito è arrivato dal presidente della Repubblica Sauli Niinistö, che si è ha rivolto alle aziende chiedendo loro più coraggio: “Credo che le imprese dovrebbero guardare oltre il risultato trimestrale” ha spiegato, “e mirare più avanti nel futuro” assumendo soprattutto giovani disoccupati. Un invito finora rimasto inascoltato.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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