Letta diviso tra economia, Siria e governo incerto

Pubblicato il 5 Settembre 2013 alle 16:46 Autore: Redazione

Ricca di contenuti la conferenza stampa che il presidente del Consiglio italiano Enrico Letta ha tenuto oggi a San Pietroburgo, nel primo giorno di partecipazione al G20. All’ordine del giorno questioni economiche e un’inevitabile attenzione alla situazione in Siria; qualche domandina sulla politica di casa nostra, comunque, arriva.

Nelle parole di Letta c’è l’orgoglio di chi ritiene di aver contribuito, grazie soprattutto ai sacrifici dei cittadini, a una migliore considerazione dell’Italia (“Abbiamo messo i conti a posto: è il primo G20 che si svolge senza che l’Italia sia il sorvegliato speciale, ne sono molto soddisfatto e vorrei che tutti in Italia capissero l’importanza di questo traguardo”); c’è anche un briciolo di sorridente ottimismo, che gli fa dire che “L’Italia alla fine di quest’anno ritroverà il segno più”.

L’ottimismo, peraltro, non dovrebbe riguardare la sola Italia: il capo del governo, infatti, ha chiesto che questi due giorni di riunione passino alla storia “come il G20 della fine della crisi, dove non si parla più solo di salvataggi ma di crescita e sviluppo“.

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Sulla questione siriana, il Presidente del Consiglio sottolinea come la preoccupazione italiana sia “al massimo”: da parte sua, c’è la consapevolezza che il G20  sia “l’ultima occasione perché sulla Siria si riescano a trovare soluzioni negoziate e politiche“.

Letta fa riferimento anche alla lettera che papa Francesco ha inviato al presidente russo Vladimir Putin, in quanto presidente di turno dell’assise. Nella sua missiva, il pontefice ha notato con dolore che “troppi interessi di parte hanno prevalso da quando è iniziato il conflitto”, senza che “l’inutile massacro” potesse essere evitato: i rappresentanti degli Stati, oltre a non rimanere inerti, sono invitati a “trovare vie per superare le diverse contrapposizioni e abbandonare ogni vana pretesa di una soluzione militare“. E’ necessario – ha notato Letta – che tutti noi prendiamo sul serio la lettera del Papa sulla Siria, dice cose importanti”.

Il capo del governo dice di comprendere le ragioni dell’inquilino della Casa Bianca (“L’atteggiamento di Obama e’ positivo e intelligente, di cercare il più possibile forme di riflessioni comune“), ma ricorda che senza l’avallo dell’Onu l’Italia non potrà intervenire. Nega però il Presidente del Consiglio di voler strappare l’alleanza “strategica” con gli USA, come pure che esistano ragioni di freddezza tra Roma e Washington: “Noi ci attesteremo sulla voce dell’Europa, la cosa peggiore sarebbe che l’Unione europea arrivasse al punto che ognuno dica una cosa diversa“. Il Presidente del Consiglio, infatti, sta lavorando perché ciò non accada.

Mentre Enrico Letta è a San Pietroburgo, in Italia la vita del suo governo sembra sempre di più appesa a pochi, esili fili. Probabilmente ci pensa eccome, ma davanti ai giornalisti dice tutt’altro: “Ci sono talmente tanti obiettivi da raggiungere al G20 che farei un danno all’Italia se mi deconcentrassi da questi sette obiettivi che mi sono dato.

Gabriele Maestri

L'autore: Redazione

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