Speciale Nordland, la Norvegia al voto

Pubblicato il 7 Settembre 2013 alle 10:58 Autore: Antonio Scafati

Ancor più netto il liberale Enger: “Le differenze tra Partito Liberale e Partito del Progresso sono tante” – anche se negli ultimi giorni i liberali hanno fatto un passo indietro, aprendo alla possibilità di entrare nell’esecutivo pur senza i cristiano popolari. Per mesi le dichiarazioni erano state di segno opposto.

In una situazione del genere, tutti i partiti aspettano di vedere quale sarà il peso elettorale di ciascuno. Nel frattempo molti norvegesi stanno virando verso altri lidi politici, spaventati dall’idea di una maggioranza conservatrice a conti fatti incapace di lavorare insieme: una dinamica che sposterà qualche equilibrio ma non l’esito finale, considerato che tutti e quattro i partiti di centrodestra vogliono un cambio di governo.

Ma chi farà parte di questo governo? L’architettura costituzionale della Norvegia rende la situazione più incerta da un lato e più semplice dall’altro. A Oslo vige infatti il parlamentarismo negativo: un governo può entrare in carica senza dover passare lo scoglio di un voto di fiducia del Parlamento, e rimane al potere fin quando non viene sfiduciato.

Ciò significa che il premier incaricato non dovrà andare alla ricerca di appoggi parlamentari per avere un seggio in più degli avversari. È il presupposto costituzionale che consente la nascita di un governo di minoranza.

Dopo il voto, risultati alla mano, il re darà il mandato per la formazione di un nuovo esecutivo. Dando retta ai sondaggi, toccherà a Solberg trovare gli incastri. Probabile che proverà fino all’ultimo a dar vita a una coalizione a quattro: sarà più difficile trovare un accordo sulla piattaforma di governo, ma avere in squadra liberali e cristiano popolari potrebbe servire alla Destra per smussare gli angoli più spigolosi della politica del Partito del Progresso, ad esempio sull’immigrazione.

“Se anche qualcuno dovesse rimanere fuori dal governo”, ha dichiarato un paio di giorni fa Solberg al quotidiano Aftenposten, “dovremo lo stesso assicurarci che tutti abbiano influenza sulle scelte che verranno fatte”. Vale a dire: resta in piedi la possibilità dell’appoggio esterno. Le ipotesi si moltiplicano.

Se l’esito delle elezioni è probabilmente scontato, quello che accadrà dopo il voto è ancora tutto da vedere.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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