Elezioni in Norvegia e tensioni in Svezia: la settimana scandinava

Pubblicato il 12 Settembre 2013 alle 11:01 Autore: Antonio Scafati

Nel frattempo l’ormai ex premer laburista Jens Stoltenberg dichiara di non avere intenzione di lasciare la politica: nulla di strano, il passaggio di consegne all’interno del partito laburista sarà un processo organico che prenderà del tempo. La domanda gli è stata posta direttamente: sarà ancora lui il candidato premier alle elezioni del 2017? “La decisione spetta al congresso del partito laburista e quando sarà il momento esprimerò la mia posizione” ha spiegato Stoltenberg, aggiungendo che “c’è ancora tanto da fare, anche se i miei capelli sono molto più bianchi rispetto al 2001, quando ho lasciato per la prima volta l’incarico di primo ministro”.

In Svezia e in Finlandia, invece, i sondaggi raccontano di governi in grossa difficoltà

A Stoccolma un governo in carica da otto anni sembra avviato verso una sconfitta elettorale. La differenza è che in Svezia a perdere dovrebbero essere i conservatori del premier Reinfeldt, a tutto vantaggio del centrosinistra. Schieramenti invertiti ma esito identico.

A ribadirlo è l’ennesimo sondaggio pubblicato dai quotidiani nei giorni scorsi. Secondo un’indagine condotta dall’Expressen/Demoskop i rosso-verdi continuano ad avere un vantaggio considerevole sul governo di centrodestra: 48,9 per cento contro 39,9. Un distacco che sarà difficile colmare.

Il premier Reinfeldt per ora smentisce di avere in testa ipotesi di rimpasti di governo: “Non sto preparando nessun rimpasto di governo” ha detto, “anche se bisogna sempre essere pronti a fare i cambiamenti”.

Il Parlamento finlandese

Il Parlamento finlandese

In Finlandia  la situazione è molto simile.  La fine dell’estate ha riportato a galla tutte le difficoltà del governo. Il principale partito del paese oggi è il Partito di Centro (23,8 per cento), seguito dai Veri Finlandesi (19,3). E questo significa che al primo e al secondo posto stanno i due partiti che siedono all’opposizione. Il Partito di Coalizione Nazionale del premier Katainen è al 18,3 per cento, mentre i laburisti scendono al 15. Gli elettori non sembrano  apprezzare soprattutto la rotta economica seguita dall’esecutivo.

Come se non bastasse, in questi giorni c’è stato anche un piccolo terremoto nel Partito di Coalizione Nazionale. L’ala giovanile ha diffuso le proprie proposte politiche: stop al supporto finlandese nei confronti dei paesi europei e stop all’accoglienza dei rifugiati.

Una posizione che ha sorpreso i vertici. Alcuni hanno preso immediatamente le distanze, altri hanno provato a ridimensionare interpretando queste proposte come provocazioni per punzecchiare il partito e spingerlo a fare meglio. Katainen fa parte del primo gruppo: una piattaforma del genere, ha dichiarato, è lontanissima dalle idee fondanti dello schieramento politico che lui guida.

E sul banco degli imputati finisce Susanna Koski, alla testa dell’ala giovanile del partito. “L’ho supportata in passato e continuerò a farlo anche in futuro” ha dichiarato il primo ministro. Ma la questione non sembra per niente chiusa.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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