PD verso le primarie, candidati a confronto

Pubblicato il 25 Settembre 2013 alle 11:43 Autore: Matteo Patané

civati

La campagna di Pippo Civati è forse quella meglio strutturata nel mondo del web, soprattutto su Twitter dove dimostra di non avere rivali. È di pochi giorni fa il lancio della piattaforma Morpheus, uno strumento di adesione alla campagna del deputato lombardo che si pone molto oltre il significato di newsletter e consente agli interessati di interagire indicando le proprie competenze, le proprie idee o il tempo a disposizione da dedicare alla campagna di Civati; l’iscrizione al sistema consentirà ai referenti territoriali di avere sotto controllo il numero e potenzialmente l’umore degli iscritti, consentendo di intervenire celermente in casi di disaffezione.

Lo strumento sembra quanto di più simile in Italia all’uso intensivo e strutturato dei database dei militanti democratici che, messo al servizio della campagna porta a porta, consentì a Obama di portare al voto milioni di americani.

Colpisce a questo proposito l’estrema semplicità del suo sito, che nella home presenta praticamente solo un form di iscrizione; il significato simbolico di assenza di un manifesto imposto e di chiamata alla partecipazione personale è evidente, anche se una simile scelta potrebbe demotivare i simpatizzanti meno attivi.

Il suo principale punto di forza consiste nella libertà di movimento che si è ritagliato all’interno del partito, nella relativa coerenza del suo messaggio e nella sua posizione di “seconda scelta” per molti elettori che lo porrebbe a godere, in caso di approdo ad un’eventuale fase di ballottaggio, di un formidabile apporto di voti.

La campagna solitaria e senza sponsor è tuttavia anche il principale limite della sua candidatura: episodi come il falso annuncio del suo ritiro pubblicato da Il Corriere della Sera costituiscono battute d’arresto pesanti, a causa della difficoltà dimostrata a raggiungere gli elettori meno smaliziati nell’uso della rete e in generale meno attenti ai suoi movimenti e alle sue dichiarazioni.

pittella

Gianni Pittella è forse tra i più autorevoli europarlamentari italiani, e per quanto la sua candidatura alla segreteria del PD appaia ai più come una semplice candidatura d’opinione, ha oggi il merito di arricchire il dibattito congressuale di due temi focali: il Mezzogiorno del Paese, e l’Unione Europea.

La sua semplice presenza gli consentirà un ruolo nella scrittura della piattaforma di qualsiasi sarà la segreteria vincente, e, per un candidato senza ambizioni politiche ma solo programmatiche, questo significa già avere ottenuto un grandissimo risultato.

La home page del suo sito è estremamente semplice, e di fatto rimanda ad una divisione tra il suo blog personale ed il suo sito, quasi una separazione tra la parte programmatica e quella politica, e si pone in questa pur banale divisione in aperta contrapposizione al metodo usato da Renzi, dove invece una parte puntella l’altra.

In definitiva, comunque, chiunque vincerà le primarie e si ritroverà segretario, dovrà far sì che il vero vincitore sia il PD: pur nella dialettica di una lotta anche accesa, occorre che il dibattito non si trasformi mai in arena, che chi vince non umili gli sconfitti e offra loro la consapevolezza che il PD resta comunque la propria casa, e che chi perde rispetti il vincolo di leale sostegno al vincitore.

Il PD ha forse quest’ultima occasione di rinnovare la propria dirigenza e trovare finalmente una linea politica da mettere al servizio dell’Italia per spiegare con essa il motivo della propria esistenza, prima che altre forze occupino il vuoto politico che il maggior partito del centrosinistra non riesce a riempire.

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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