Roma: Marino a caccia di risorse per far quadrare il bilancio
Ma i problemi della gestione della macchina cittadina restano pressanti. Per ora l’assessorato al Bilancio studia il modo di ridurre le spese: la strategia dovrebbe essere presentata a giorni ai consiglieri. A quel punto è facile immaginare che lo scontro politico s’infiammerà.
L’ex sindaco Gianni Alemanno in un’intervista a Il Tempo ha dichiarato che “sul bilancio ancora non si vede luce” e che Marino “deve fare un negoziato molto duro col governo: la nostra città deve avere i finanziamenti previsti dalla riforma di Roma Capitale e mai quantificati”.
Quel che è certo è che il bilancio va approvato entro il 30 novembre. Altrimenti scatterebbe il commissariamento. La precedente amministrazione capitolina targata Alemanno questo fantasma l’ha dovuto affrontare più d’una volta. Ora tocca a Ignazio Marino e alla sua squadra.
Cambia il colore dominante in aula Giulio Cesare ma la chiusura del bilancio cittadino resta una partita delicatissima, che spesso si risolve a ridosso del fischio finale.
I municipi nel frattempo guardano e aspettano: già da ottobre per i minisindaci della Capitale sarà difficile trovare le risorse per erogare i servizi sociali. A rischio l’assistenza domiciliare a disabili, minori e anziani. Un allarme che era suonato già a inizio settembre.
Come scritto da Paese Sera, sono un centinaio i milioni di euro che servirebbero per assicurare i servizi sociali in questi ultimi mesi dell’anno, e una trentina dovrebbero andare ai municipi.
Intanto la Cgil-Fp chiede urgentemente un incontro con il Campidoglio per discutere dell’incertezza che c’è intorno al welfare cittadino. Ma a preoccupare i sindacati c’è anche altro.
Giù una decina di giorni fa la Cgil-Fp, la Cisl-Fp e la Uil-Fp avevano inviato una lettera al sindaco Marino scrivendo che “pensare di operare con tagli sul costo del personale per rilanciare le politiche della città, non può trovarci d’accordo, ed anzi ci costringerebbe a valutare azioni di contrapposizione”. Un altro scoglio da evitare per l’amministrazione capitolina.