Il futuro dell’euro è digitale? La BCE lavora a una nuova moneta

Pubblicato il 12 Ottobre 2020 alle 16:36 Autore: Nizar Gaabour

Un report molto dettagliato sull’eventualità di poter emettere una moneta digitale è stato pubblicato dalla Banca Centrale Europea a inizio ottobre.

“Un euro digitale sarebbe una forma elettronica di moneta della banca centrale accessibile a tutti i cittadini e alle imprese per effettuare i pagamenti quotidiani in modo rapido, facile e sicuro”, ha precisato in una dichiarazione alla stampa la Presidente della BCE Christine Lagarde, che ha anche messo in chiaro che l’euro digitale non sostituirà in nessun caso i pagamenti contanti.

Questa misura è pensata in relazione al cambiamento delle abitudini dei cittadini europei. La pandemia, infatti, ha reso ancora più evidente il bisogno di una moneta digitale affidabile considerando il notevole incremento del volume di acquisti commerciali su internet. Per questo è di vitale importanza garantire che queste transazioni avvengano col massimo della sicurezza, proteggendole da eventuali attacchi informatici e facendo sì che l’euro digitale funga da backup in caso di pericolo. A tutto ciò si somma anche l’insorgere di diverse valute digitali, in particolare il progetto Libra di Facebook che è una valuta digitale privata. Ciò spinge la BCE ad interessarsi di questo ambito.

Sono due gli approcci ideati dalla BCE in materia: il primo è di tipo centralizzato e prevede la registrazione di tutte le transazioni in euro digitale nella contabilità della Bce. Il secondo, invece, è di tipo decentralizzato e in questo caso la BCE si limiterebbe a fissare le regole per queste transazioni affidando la registrazione di esse a intermediari sotto la sua vigilanza.

Intanto la Banca di Francia ha provato a testare e sperimentare a maggio un eventuale utilizzo dell’euro digitale mediante l’uso della tecnologia blockchain. Il risultato è stato un successo.

La blockchain è una tecnologia importante per lo sviluppo di valute digitali, in quanto garantisce il rispetto della privacy di chi esegue le transazioni e allo stesso tempo permette di risparmiare i costi dovuti alle intermediazioni tradizionali, anche se rimane il problema dell’anonimato degli utilizzatori e dunque dell’impossibilità di tracciare l’acquirente in caso di transazioni illecite.

La questione è sicuramente molto complessa e per questo motivo la BCE ha deciso di dare tempo agli stakeholders fino a marzo 2021 per dare consigli e raccomandazioni avendo dunque più tempo per valutare le decisioni da prendere in merito.