Germania-Usa: dopo il Datagate, lo scontro si sposta sull’economia

Pubblicato il 2 Novembre 2013 alle 10:11 Autore: Guglielmo Sano

 

Dopo la scoperta delle intercettazioni dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale Americana nei confronti di Angela Merkel, i rapporti tra i due storici alleati sembrano essersi rovinosamente incrinati. Lo scontro si è spostato sul versante economico: Il Dipartimento del Tesoro di Washington, nel suo rapporto semestrale, ha accusato la Germania di penalizzare l’intera ripresa dell’Eurozona.

Nel rapporto, le politiche economiche  tedesche sono state giudicate simili se non peggiori a quelle della Cina; per tutta risposta, Berlino  definito l’accusa “incomprensibile”. Anche se i toni non sono accessi, non sembra il dialogo tra due stretti alleati.

Il Tesoro americano muove un’accusa circostanziata ai tedeschi: “Contenendo i consumi interni e incentivando le esportazioni si frena la crescita dell’Unione Europea”. Secondo gli Usa, quindi, la Germania vende i proprio prodotti nella zona Euro non subendo i danni dell’alto valore della moneta unica, il tutto a danno dei paesi periferici dell’Ue. Per gli americani bisognerebbe invece puntare sulla domanda interna: la Germania dovrebbe acquistare prodotti dagli altri paesi dell’UE, favorendone la ripresa economica.

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Sul piano tecnico si possono sostenere entrambe le posizioni: è vero che i tedeschi hanno puntato sulle esportazioni, riducendo al massimo l’inflazione, tuttavia i consumi domestici della Germania sono molto cresciuti nell’ultimo anno, le esportazioni verso l’UE sono diminuite  mentre sono aumentate quelle verso la Cina.  D’altra parte la Federal Reserve ha l’obiettivo di tenere basso il valore del dollaro favorendo le esportazioni statunitensi e danneggiando quelle dei paesi dell’Eurozona.

Tra Usa e Germania va in scena, negli ultimi tempi, uno scontro che prima era solo celato: da un lato i tedeschi sostenitori dell’”austerity”, dall’altro lato gli americani che hanno scelto la strada del “quantitative easing” ovvero “allentamento quantitativo”.

Gli Usa da molto tempo spingono perché i forti alleati europei seguano la strada dello “stimolo” favorendo anche la loro ripresa e le polemiche seguite alle intercettazioni potrebbero essere state solo una puntata di una contrapposizione cominciata molto prima. In ballo c’è la leadership Usa sul mercato globale, che, molto presto, potrebbe non essere più “americanocentrico”.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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