Letta a Berlusconi: “Il ‘cupio dissolvi’ non porta a niente”

Pubblicato il 11 Novembre 2013 alle 10:44 Autore: Redazione

E’ in visita a Malta, ma le domande dei cronisti lo riportano continuamente alle vicende italiane e ai rischi cui sarebbe continuamente sottoposto il suo governo da destra. Così Enrico Letta interviene: “Continuo a non vedere quali alternative serie per il paese ci siano intorno al cupio dissolvi: non porta a niente e oggi far scendere l’aereo non serve a nessuno e non cambia niente neanche al Pdl”.

Cupio dissolvi” alla lettera vuol dire “desidero essere sciolto”, “voglio morire”; attribuito a Berlusconi, peraltro, dovrebbe essere “Cupio dissolvere“, perché ad annullarsi non sarebbe il Cavaliere, ma l’esecutivo di cui personalmente non fa parte pur avendo votato al fiducia il 2 ottobre e la maggioranza che – a suo dire – lo starebbe “uccidendo”, in particolare con il voto sulla decadenza.

letta cupio dissolvi

“Capisco che ci sono delusioni – ha precisato Letta – ma il cupio dissolvi non porta a niente”. Per il presidente del consiglio l’orizzonte non è il voto sulla decadenza o un’altra scadenza ravvicinata, ma “tutto il 2014 con la legge di stabilità che deve dare i suoi effetti: mischiare due vicende non porta da nessuna parte, l’ho sempre detto anche a Berlusconi”. La vicenda personale del Cavaliere, dunque, per Letta dev’essere necessariamente distinta da quella del governo: “Se non si separano, non c’è guadagno per nessuno ma solo un avvitamento della crisi. Su questo sono molto determinato”.

Tornando a parlare della legge di stabilità, il premier ha detto di lavorare per un suo miglioramento al Senato, “per un 2014 e obiettivi per cui voglio essere giudicato al termine di un percorso, alla fine anno prossimo”: gli obiettivi coincidono con la discesa di “deficit, debito, tasse e spesa” e con progressi sul piano della crescita e dell’occupazione. Alla fine di quel percorso per Letta ci sarà “un giudizio ed una valutazione”: come a dire che questo è l’unico giudizio che gli interessa e che vuole durare per lo meno fino alla fine del 2014.

Daniele Capezzone

Non si fa attendere la risposta di Daniele Capezzone (Pdl), presidente della commissione Finanze della Camera: “E’ francamente incomprensibile che il premier Letta prosegua in una sequenza di dichiarazioni provocatorie contro un leader che ha consentito la nascita e consente la durata del suo Governo. E’ strana questa ‘inversione dell’onere della prova’: si vuole caricare sulle spalle di Berlusconi quello che invece è un doppio atto ostile da parte della sinistra nei suoi confronti: per un verso, con le tasse sulla casa, e per altro verso con il voto sulla decadenza”.

E la citazione del cupio dissolvi a Capezzone non è piaciuta: “Forse da parte di Letta si tratta di una osservazione autocritica, considerando le rilevazioni sul tasso di soddisfazione degli italiani verso la legge di stabilità partorita dal Governo”.

Gabriele Maestri

L'autore: Redazione

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