Cicchitto contro i “falchetti” della Santanché

Pubblicato il 14 Novembre 2013 alle 15:19 Autore: Andrea Turco
Fabrizio Cicchitto NCD

Tra falchi, falchetti, colombe e pitonesse, il Pdl più che un partito sembra essere diventato uno zoo. Nomea che non piace a tutti. Ed ecco così spiegato lo sfogo di Fabrizio Cicchitto, inserito nell’albo delle colombe pidielline. “La metaforica voliera – attacca – si affolla sempre di più. Dopo i rituali falchi e colombe, per tacere degli altri elementi faunistici, nella polemica Pdl fanno il loro ingresso i pappagalli”. I pappagalli non sono altro che quei “giovinastri” (copyright di Cicchitto) che l’altro ieri sera Daniela Santanché ha portato al cospetto del Cavaliere. Tutti quanti vengono presi di mira dal senatore azzurro che spara anche sui “pittoreschi personaggi che poi danno vita a cosiddette brigate, eserciti di salvezza e di perdizione” considerati da Cicchitto dei “giullari”. E ancora bordate sui giovani “intruppati di iniziative spericolate o vanesie” e incaricati di “ripetere come dei pappagalli ammaestrati, degli slogan già usurati dieci anni fa”.

Cicchitto riconosce che il partito abbia bisogna di linfa nuova. “E’ giustissima l’esigenza di un’apertura del partito a imprenditori e artigiani, a condizione – avverte – che si tratti di soggetti seri e reali e non di pittoreschi personaggi che poi danno vita a cosiddette brigate, eserciti di salvezza e di perdizione, con conseguenti esercitazioni giullaresche, ovviamente – accusa – fondate su insulti e minacce contro coloro che vengono ritenuti i nemici di questo cosiddetto popolo tanto autoreferenziale quanto lillipuzziano”.

iIfratelli Zappacosta, definiti dai media i falchetti del pdl

iIfratelli Zappacosta, definiti dai media i falchetti del pdl

Bondi contro Napolitano – Mentre Cicchitto attacca la variegata fauna del Pdl, Sandro Bondi, iscritto alla fazione dei falchi, critica l’atteggiamento del Capo dello Stato, colpevole di non aver favorito alcuna pacificazione. “Sono d’accordo con Napolitano quando sostiene che in Italia prevale un clima politico avvelenato, ma sono dell’opinione che non abbia fatto nulla per stemperare le esasperazioni e per pacificare davvero la vita politica italiana. Era l’unico che poteva farlo sia per la sua coscienza storica dei problemi dell’Italia sia per le prerogative di cui dispone”.

L'autore: Andrea Turco

Classe 1986, dopo alcune esperienze presso le redazioni di Radio Italia, Libero Quotidiano e OmniMilano approda a Termometro Politico.. Dal gennaio 2014 collabora con il portale d'informazione Smartweek. Su Twitter è @andreaturcomi
Tutti gli articoli di Andrea Turco →