Vacilla l’impero dello zar

Pubblicato il 13 Dicembre 2011 alle 09:27 Autore: Matteo Patané
zar

Il partito maggiormente avvantaggiato dalla crisi di Russia Giusta, in maniera quasi paradossale, è però il Partito Comunista, che inanella numeri notevoli: oltre dodici milioni e mezzo di voti, oltre quattro e mezzo in più rispetto al 2007; oltre il 19%, ovvero sette punti in più rispetto alle precedenti elezioni nonché il risultato più alto dal 1999; 92 seggi alla Duma.
Una spiegazione per la forte risalita dei comunisti in Russia è da riscontrare, in realtà, proprio nel conservatorismo generale dell’elettorato; ora che il ciclo politico di Putin pare avviato al tramonto, i Russi, piuttosto che dare la propria fiducia a forze di rinnovamento, iniziano a guardare all’unica forza con cui possono effettuare un confronto di vita vissuta, ed in questa fase dello scontro politico la scelta sta favorendo proprio il Partito Comunista.

In generale, le forze ascrivibili a destra e centrosdestra ammontano al 61% circa, meno del solo risultato di Russia Unita nel 2007; la quota residua, il 39%, è ascrivibile a forze di centrosinistra e sinistra. Il Paese risulta quindi ancora profondamente sbilanciato a destra, ma si nota un forte riequilibrio rispetto alle precedenti elezioni legislative.

Distribuzione territoriale del voto di Russia Unita

 

Distribuzione territoriale del voto del
Partito Comunista della Federazione Russa

Dal punto di vista geografico è possibile cogliere in maniera significativa l’entità della discesa di Putin: pur essendo pressoché ovunque il partito di maggioranza relativa, Russia Unita ottiene prestazioni piuttosto negative nelle città di Mosca (46%) e San Pietroburgo (35%) e in generale nei popolosi distretti europei solo raramente supera la soglia del 50%. Al contrario ottiene risultati bulgari nelle piccole repubbliche caucasiche: 90% in Inguscezia, 91% in Dagestan, 99% in Cecenia. Risultati sbalorditivi anche in Mordovia (92%).

Sebbene si tratti in genere di regioni piccole e poco popolose, risultati del genere hanno fatto gridare ai brogli all’opposizione: rappresentanti dei partiti di opposizione hanno denunciati casi di voti multipli e di allontanamenti dei rappresentanti di lista tanto dai seggi quanto dal comitato centrale per le elezioni. Analogamente, sono emerse evidenti disparità a favore di Russia Unita tra i risultati validati dall’ente elettorale e quelli emersi dei singoli seggi. Un articolo apparso su lenta.ru riporta un’analisi statistica del voto, evidenziando come la curva delle preferenze per Russia Unita si discosti in maniera sensibile da una gaussiana, rendendo probabile l’idea di brogli elettorali in diverse sezioni.
Le opposizioni chiedono l’annullamento della consultazione elettorale e nuove elezioni, ma al di là della frode democratica in realtà è nettamente improbabile che la somma dei brogli fosse tale da togliere a Russia Unita il controllo della Duma.
Putin controlla ancora la Russia, ma è sempre più evidente come il suo impero si stia avviando verso la fine.

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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