La lunga conferenza stampa di Putin: “difenderò i russi dall’occintossicazione”

Pubblicato il 19 Dicembre 2013 alle 18:35 Autore: Guglielmo Sano

La lunga conferenza stampa di Putin: “difenderò i russi dall’occintossicazione”

Come di consueto, Vladimir Putin, ha tenuto la sua conferenza stampa “fiume” di fine anno – ormai se ne contano nove da quando è al potere, la prima è datata 2001 – nella quale risponde alle domande di giornalisti provenienti da tutto il mondo: 1319 gli appartenenti alla stampa presenti, 200 erano stranieri.

Vista la nota allergia all’informazione dell’ex KGB, qualcuno ironicamente ha chiesto a Dmitri Peskov, il portavoce del Presidente, se Putin fosse preoccupato per eventuali domande scomode: “per lui non ci sono domande scomode semmai si irrita per le domande stupide”, sempre Peskov ha poi precisato che il problema non si sarebbe posto visto che “ad alcuni giornalisti era stato negato l’accredito poiché avevano precedenti penali recenti o erano affetti da disturbi psichici”. Putin ha parlato per 4 ore e 5 minuti, il suo record è di 4 ore e 40 minuti, rispondendo a più di 50 domande, per alcuni la maggior parte di esse erano state precedentemente concordate. A chi gli chiede dei Missili atomici Iskander che la Russia sembra stia installando nella sua enclave europea, per la precisione nei pressi della città di Kaliningrad e al confine con il Baltico, come risposta allo “scudo spaziale” americano in Europa, Putin risponde che “nessuna decisione è stata ancora presa, quindi non è il caso di preoccuparsi, sono solo una delle possibili risposte allo scudo antimissile Usa in Europa”.

Putin

Certo è che la Bild Zeitung – il giornale tedesco che ha svelato la notizia del posizionamento dei missili ai confini dell’UE corredando l’inchiesta con tanto di fotografie satellitari (fornite probabilmente dal governo tedesco che non gradirà di avere 500 missili nucleari vicino a Berlino nel 2018) – qualche giorno fa ha incassato l’ammissione del dislocamento dei missili nucleari persino dal ministro della difesa russo.

Ma è anche vero che, il sistema missilistico pensato dagli Usa per difendere l’Europa, verrà ultimato, secondo le previsioni, nel 2020 e proprio nel 2018 gli Usa installeranno delle basi missilistiche in Polonia, sono queste a preoccupare Putin. L’amico-nemico americano, ritorna spesso nelle domande: “Invidio Obama” ha dichiarato Putin “può spiare tutti e non gli faranno niente” e per quanto riguarda Snowden “non l’ho mai incontrato, ho troppo da fare, mi hanno detto che è un tipo curioso e interessante, grazie a lui sono cambiate le teste di milioni di persone e quelle di molti miei colleghi”.

Se qualcuno gli chiede i motivi dell’accoglienza concessa all’ormai famosa “talpa del Datagate”, lo Zar, dice che è semplicemente un “aiuto temporaneo in attesa che lui decida cosa fare della sua vita”. Sull’argomento strappa addirittura una risata ai presenti in sala, interpretando la parte della “spia in pensione”, quando dice “ve lo dico con termini professionali: non collaboriamo sul piano operativo con Snowden e mai gli abbiamo chiesto qualcosa riguardante l’attività dei servizi americani in Russia”.

Per quanto riguarda le Pussy Riot colpevoli “di aver superato ogni limite” e “di aver umiliato la dignità della donna”? Beneficeranno dell’amnistia approvata il 18 Dicembre dalla Duma in occasione dei 20 anni della Costituzione russa, così come gli attivisti di Greenpeace tra cui anche l’italiano Cristian D’Alessandro – lo scorso settembre “attaccarono” una piattaforma petrolifera russa – anche “se la loro azione potrebbe essere stata “provocata” da chi intende bloccare le trivellazioni di Gazprom nell’Artico” per questo Mosca “rafforzerà le responsabilità per gli attacchi contro le società operanti su piattaforme off-shore”. Non saranno scarcerati gli organizzatori della manifestazione, terminata con degli scontri avvenuti a Piazza Bolotnya, del 6 Maggio 2012, invece, Putin concederà la grazia richiesta solo all’ex patron di Yukos, Mickail Khodorkovski in galera da 10 anni.

Putin coglie l’occasione anche per rispondere alla mossa di Obama in vista delle Olimpiadi invernali – l’icona gay ed ex grande tennista Billie Jean King rappresenterà  il Presidente Usa a Sochi – “dobbiamo difendere i valori tradizionali in Russia da certi pseudo-valori occidentali che non verrebbero accettati dalla popolazione oltre a doverci difendere dall’atteggiamento di certi gruppi sociali che impongono il loro punto di vista ad altre persone e ad altri paesi”.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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