“Sulla vicenda slot Gramellini non cita il M5S”

Pubblicato il 23 Dicembre 2013 alle 19:50 Autore: Gabriele Maestri
san gennaro, Massimo Gramellini non cita il M5s

“Sulla vicenda slot Gramellini non cita il M5S”

L’occhio sui giornalisti da parte del M5S, come è noto, è attento, attentissimo, soprattutto a quelli tacciati di essere filo-Pd, a costo di nascondere ciò che di buono è venuto dalle file dei parlamentari stellati. Se qualcuno inciampa su qualche (man)omissione, c’è chi è pronto a darne conto in Rete, sul sito di Beppe Grillo.

Questa volta è toccato al vicedirettore della Stampa Massimo Gramellini, per una delle sue ospitate Che tempo che fa. Nella puntata di sabato, in particolare, non è andato giù questo passaggio: “La Camera approva un emendamento folle che toglie fondi alle Regioni e ai Comuni che combattono il gioco d’azzardo. Nembo Kid Renzi è subito intervenuto, questa settimana sembrava un portiere: parava tutti gli autogol. Ha ordinato a tutti i parlamentari di mettere rimedio alla porcata e l’emendamento è stato cancellato.

Ci tiene lo staff di Grillo a mettere i puntini sulle “i” e a ricordare con puntiglio cosa è accaduto e in cosa c’è stato errore o (man)omissione. Vediamo cosa è successo veramente. “Il 18 dicembre 2013 – si legge sul post – Endrizzi, cittadino portavoce del M5S al SENATO, in occasione della discussione sul decreto Salva Roma ha denunciato l’emendamento vergogna del pdexmenoelle contro i comuni virtuosi che penalizzano le slot machine. Il pd al SENATO, e non alla Camera come dice Gramellini, nonostante la denuncia di Endrizzi ha votato A FAVORE dell’emendamento, che è passato”.

Morale, a parte lo sbaglio di Camera, lo scivolone più grosso sarebbe il non avere mai citato l’opera del M5S che sarebbe stata fondamentale per far venire allo scoperto quell’emendamento così discutibile. “Il polverone mediatico sollevato grazie al M5S ha costretto Renzie a intervenire e il pd ha messo una toppa dopo 3 giorni, non subito come propaganda Gramellini in diretta televisiva. Gramellini è riuscito a non citare il M5S parlando della battaglia contro le lobby del gioco d’azzardo, emersa in questa legislatura solo grazie ai cittadini del M5S in Parlamento dopo anni di silenzio omertoso dei partiti”.

Ha buon gioco lo staff stellato a ricordare che il “pdexmenoelle” (per colpa di Forza Italia che ha deciso di risvegliarsi, il giochetto sulla sigla non funziona più e, pur di tenerlo in piedi, lo si è terribilmente complicato) qualche mese fa “ha votato contro la mozione M5S che cancellava il condono di svariati miliardi di euro ai signori delle slot”. Ma, per non cambiare discorso, a finire infilzato stavolta è soprattutto Gramellini, cui è attribuito il riconoscimento di “giornalista del giorno”. Chissà perché, non sembra un titolo onorifico.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
Tutti gli articoli di Gabriele Maestri →