Grillo ai suoi: continuate a resistere e vinciamo le europee

Pubblicato il 31 Gennaio 2014 alle 22:53 Autore: Giacomo Salvini
Grillo sbeffeggia Napolitano

Vinciamo le europee e cambiamo l’Italia da lì”. Beppe Grillo si riprende così, con un semplice e chiaro slogan elettorale, la scena degli ultimi frenetici giorni. Aveva promesso di portare il suo abbraccio alla “nuova resistenza” (mentre in Aula i deputati Pd cantano “Bella ciao”, poveri noi!) e lo ha fatto da impeccabile capitano, inimitabile umorista. Location: Palazzo Madama (sala prenotata per cinque ore, dalle 13 alle 18). Dietrofront, troppo istituzionale. Alla fine, il meeting è durato solo due ore in un albergo romano. Tutti presenti i primi attori di questi giorni: Luigi Di Maio, Giorgio Sorial, Loredana Lupo, Massimo De Rosa.

La catilinaria dell’ex comico genovese si è aperta con una stoccata ai partiti: a loro “fate una carezza e in silenzio ‘fategli capire che tanto sono morti’”. Non decide, quindi, di abbandonare il suo abituale populismo alla Peron costellato di “pueblopopularjusticia social…” ed ogni singolo passaggio della sua giaculatoria è incentrato e ben costruito sul consenso della gente che, a questi lumi di luna, non vede l’ora di ascoltare pistolotti pimentati di istanze sociali e pomposi autodafè. Il rigetto verso le parole “partiti, politica, Parlamento…” è pressoché unanime tra le masse inferocite. E questo, Grillo lo sa.

La “nuova resistenza” deve andare avanti: “i partiti non sono abituati all’esistenza di un’opposizione”. Sempre però, con moderazione(“fate attenzione”), rispettando le regole parlamentari (“si sta nelle aule e si discute”) per non incorrere in sanzioni penali che oscurerebbero l’immagine intera del Movimento.

Nel mirino dei 5 stelle, infine, finisce, ça va sans dire, la Boldrini “miracolata”. E’ “inadeguata e impropria per il suo ruolo” ma ha due meriti che piacciono infinitamente alla partitocrazia nostrana: “piace a Napolitano e ubbidisce agli ordini e, per questo Regime, due medaglie così bastano e avanzano”. Ergo: “deve andarsene e in fretta dalla Camera”.

Giacomo Salvini




L'autore: Giacomo Salvini

Studente di Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze. 20 anni, nato a Livorno. Mi occupo di politica e tutto ciò che ci gira intorno. Collaboro con Termometro Politico dal 2013. Su Twitter @salvini_giacomo
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