Letta verso l’addio al Pd?

Pubblicato il 23 Febbraio 2014 alle 18:27 Autore: Alessandro Genovesi

La ferita è aperta e lo sarà ancora per chissà quanto. Enrico Letta non ha affatto digerito lo strappo di Matteo Renzi. Troppo grande l’amarezza. E troppo ridondanti le promesse fattegli dal segretario del Pd sul fatto che “nessuno vuole il tuo posto”. Addirittura l’hashtag #enricostaisereno, che in poche ora ha spopolato sui social network e che adesso, a mente fredda, ha il sapore dello scherno.

Che la delusione sia tanta lo si capisce anche dalla glacialità con la quale si è svolto l’avvicendamento a Palazzo Chigi: quella campanellina che in tutte le precedenti occasioni era stato il pretesto per uno scambio di sorrisi (anche tra due acerrimi rivali come Berlusconi e Prodi) è stata, questa volta, foriera di tanta freddezza, con l’ex Presidente che ha fatto di tutto per non incrociare neanche lo sguardo del successore.

Nelle ultime ore, a suffragare l’ipotesi che tra i due la rottura sarebbe oramai insanabile, si è fatta strada una voce che avrebbe del clamoroso: Letta potrebbe lasciare il Partito democratico. L’indiscrezione, che per non ora non trova alcuna conferma, non viene però smentita da ambienti vicini all’ex premier: “Se Enrico resterà nel partito? Non ha deciso nulla. E’ tutto troppo a caldo. Ma di sicuro ciò che è accaduto non è normale, è stato tutto eccessivo ed eccezionale, è avvenuto un passaggio politico senza precedenti. L’agguato di D’Alema a Prodi è nulla rispetto a ciò che ha subìto Enrico”. Parole pesanti.

letta

Ma di una cosa i lettiani sono sicuri: “Letta non farà un altro partito. La cosa che detesta di più è il velleitarismo, piuttosto smetterà di fare politica”. Ecco, questa sembra essere la chiave di lettura delle prossime mosse, ribadita da un altro fedelissimo di Letta. “Dopo l’agguato di Renzi abbiamo ricevuto decine di migliaia di attestati di solidarietà da militanti ed elettori del Pd, un patrimonio di affetto e di stima che non va disperso anche perché Enrico è un ex premier troppo giovane per andare in pensione…”.

Non un altro partito dunque. Forse un’altra corrente allora? “Nel partito si è aperta una faglia importante e il nostro obiettivo – aggiunge un altro lettiano doc – è creare un’area riformista all’interno del Pd che rappresenti un’alternativa a Renzi. Tanto più che i cuperliani e i bersaniani si sono sciolti come neve al sole”. Dal diretto interessato, per adesso, non arrivano notizie se non questo commento, a metà tra l’ironico e il livoroso: “La squadra di Renzi? Sembra il Letta-bis senza di me. E’ il rimpasto che potevo fare io, anzi io l’avrei fatto meglio e con maggiore incisività”.




L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
Tutti gli articoli di Alessandro Genovesi →