Qatar 2022 e i 400 morti per la Coppa del Mondo. Una strage

Pubblicato il 4 Aprile 2014 alle 11:43 Autore: Marco Fummo
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Per la prima volta nella sua lunga storia, la Coppa del Mondo FIFA sarà ospitata da un Paese del Medio Oriente: il Qatar è riuscito a spazzare via la concorrenza di Paesi molto più quotati come gli Stati Uniti, la Corea del Sud, il Giappone e l’Australia. Il progetto Qatariota prevede ben 12 stadi, strutture magnifiche delle quali solo una, il Khalifa International Stadium, è già esistente che richiederanno un grande investimento economico e un lavoro lungo e faticoso, una lavoro lungo che a quanto pare sta creando numerose preoccupazioni e perplessità.

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Pierre Cuppens, vice presidente della federazione mondiale dei lavoratori edili e del legno (Bwi), che ha lanciato la campagna “Red Card for Fifa” per dire no a una Coppa del mondo senza diritti per i lavoratori, non risparmia toni allarmistici per quella che è la situazione attuale dei lavoratori in Qatar: “Su quanto sta avvenendo in Qatar nella costruzione degli stadi per i Mondiali di calcio del 2022 stiamo preparando un documento comune con la Fifa per migliorare una situazione che ha numeri da conflitto bellico”, e infatti secondo i calcoli resi noti da Cuppens il numero dei deceduti sul posto di lavoro si aggira già intorno ai 400, numero che fino al 2022 non potrà che crescere esponenzialmente fino ad arrivare ad oltre 4000: un vero e proprio bollettino di guerra.

Prosegue Cuppens: “Ogni settimana ci sono aerei che dal Qatar riportano in Nepal bare con operai morti e allo stesso tempo ripartono altri aerei carichi di operai che faranno la stessa fine. Vengono trattati come cani, con salario minimo, in condizioni disagiate e senza misure di sicurezza sul lavoro.” Denunce che però, a quanto pare, nessuno sembra volersene fare carico: “Le autorità del Qatar – spiega ancora Cuppens – hanno detto che non c’entrano nulla e che la responsabilità è delle imprese, che a loro volta hanno riferito che è stata l’amministrazione centrale del Qatar a lasciar loro mano libera nell’organizzazione del lavoro. E la Fifa inizialmente ha detto che non aveva le competenze per potere controllare quello che avveniva in quei Paesi”.

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Le condizioni dei lavoratori del Qatar sono note a tutti da molto tempo ormai, ma per arrivare alle prime denunce c’è stato bisogno di un evento di grande risonanza come la Coppa del Mondo. Gli incontri con Blatter sono già avvenuti e secondo Cuppens “sembra che se ne stia rendendo conto. Nelle ultime settimane le condizioni sono migliorate, ma continueremo ad incontrare Blatter affinchè tutto possa risolversi per il migliore dei modi”.

L'autore: Marco Fummo

Marco Fummo, nato a Salerno il 3 Aprile 1991, è diplomato al Liceo Classico F. De Sanctis e laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Da sempre appassionato di scrittura giornalistica, studia per ottenere un futuro in questo campo.
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