Mafia Capitale, SMS Buzzi “Buon anno pieno di profughi e sfollati”

Pubblicato il 12 Dicembre 2014 alle 12:54 Autore: Felice Tommasino
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Mafia Capitale, sms Buzzi: “Buon anno pieno di profughi e sfollati”. È il messaggio di auguri che il re delle Coop romane Salvatore Buzzi ha inviato la notte di capodanno del 2013 ad alcuni suoi amici: “Speriamo che il 2013 sia in anno pieno di monnezza, profughi, immigrati, sfollati, minori, piovoso così cresce l’erba da tagliare e magari con qualche bufera di neve: evviva la cooperazione socialee”. La citazione è testuale, errori di ortografia compresi.

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Trai destinatari il Direttore del dipartimento promozione servizi sociali

Tra i destinatari del messaggio di Buzzi, Angelo Scozzafava, che era all’epoca Direttore del dipartimento Promozione dei servizi sociali e della salute del Campidoglio. Scozzafava faceva parte dell’associazione mafiosa di cui Buzzi sarebbe stato “organizzatore e gestore delle attività economiche”.

L’SMS di Buzzi come telefonata di De Vivo Piscitelli dopo terremoto de L’Aquila

Un messaggio, quello di Buzzi, che rievoca alla mente la telefonata tra il costruttore Francesco De Vivo Piscitelli e suo cognato il giorno dopo il terribile terremoto de L’Aquila: “Io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro al letto”. Parole di chi sulle sciagure altrui lucra senza scrupoli.

Nel maggio 2013, Salvatore Buzzi, in una conversazione registrata vantava i guadagni incassati: “Noi quest’anno abbiamo chiuso… con quaranta milioni di fatturato ma tutti i soldi… gli utili li abbiamo fatti sui zingari, sull’emergenza alloggiativa e sugli immigrati. Tutti gli altri settori finiscono a zero”. E ancora: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende di meno”.

La Coop 29 giugno di Buzzi si occupava proprio dei profughi e degli sfollati. Ma non solo. Oltre alla gestione dei campi nomadi, si occupava anche della raccolta dei rifiuti e della manutenzione delle aree verdi della città di Roma. Anche l’emergenza neve del 2012 fu gestita dalla Coop di Buzzi grazie ad una tangente da 40 mila euro data a Claudio Turella, il funzionario del comune trovato dagli investigatori con 500 mila euro in contanti nelle buste del Comune di Roma.

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Coop 29 giugno: 1 milione 300 mila euro per gestione profughi in Calabria

Ma nessun altro affare sembra aver reso tanto quanto la gestione dei profughi. La cooperativa tra il 2008 ed il 2009 ha anche gestito il centro accoglienza di Coprani Marina in provincia di Catanzaro. Un appalto da 1 milione e 300 mila euro vinto da Buzzi che grazie ad un accordo con la famiglia Mancuso di Limbadi poteva godere della protezione della ‘ndrangheta. Proprio in merito a tali fatti, ieri il giudice ha predisposto la carcerazione per  Rocco Rotolo e Salvatore Ruggero, indagati per associazione mafiosa. La cosca dei Mancuso aveva inoltre “saldi collegamenti con i Piromalli, i Mammoliti, i Pesce”.

Lo scambio di favori con la ‘ndrangheta

Protezione e rispetto da parte dei clan in Calabria per Buzzi. Al punto che in una telefonata a Rotolo, il braccio destro di Carminati vantava: “.. So’ passati 5 anni… T’ha toccato qualcuno là sotto?”. Uno scambio di favori reciproco che portò l’associazione di Buzzi e Carminati a concedere alla ‘ndrangheta l’appalto per la pulizia del mercato romano al rione Esquilino. Una “piccola cooperativa” tra i romani e i calabresi, promossa da Buzzi e sottoscritta da Carminati. L’ex estremista di destra alla richiesta del suo braccio destro di dividere l’appalto con gli amici della Calabria rispondeva: “Come no, ma che scherzi?”.

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Mafia Capitale, Marino: “Città parte offesa in processo”

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, in qualità di legale pro tempore di Roma Capitale ha firmato oggi l’atto con cui formalizza alla Procura della Repubblica di Roma la “costituzione dell’amministrazione quale parte offesa, nel procedimento che verrà instaurato a carico di Massimo Carminati e altri”.

Mafia Capitale, Riesame conferma aggravante mafia per Carminati

Restano in carcere, e rimane confermata l’aggravante mafiosa per Massimo Carminati, Riccardo Brugia, Roberto Lacopo e Fabrizio Franco Testa. Lo ha deciso il tribunale del Riesame che ha rigettato le richieste avanzate dai difensori.

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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