Berlusconi al Colle: “Non so come sta il patto del Nazareno, ma riforme vanno avanti”

Pubblicato il 3 Febbraio 2015 alle 16:43 Autore: Giacomo Salvini
silvio berlusconi corte europea

Una mattinata importante per Silvio Berlusconi. L’invito al Quirinale per assistere alla cerimonia di insediamento di Sergio Mattarella sembra infatti avergli restituito quella verve di leone indomito che sembrava smarrita nei giorni del disastro presidenziale. Di prima mattina, prende un volo per Roma, dove lo attendono molti dei suoi. Arriva al Quirinale e le agenzie rilanciano un siparietto tra l’ex Cavaliere, il premier Renzi e il ministro dell’Economia Padoan. E’ la prima volta che Berlusconi incontra di persona il titolare di Via XX Settembre: “speriamo non sia birichino come te” ironizza rivolgendosi al premier. Tempi duri per il Nazareno, questi. Poi le dichiarazioni di circostanza sul neo-Presidente eletto: “Mattarella non lo conosco ma mi sembra una brava persona e – aggiunge– ha una bella immagine e il dono della concisione, che non guasta”. I due si erano sentiti giovedì e Berlusconi aveva ribadito all’interessato che Forza Italia non lo avrebbe votato non per una questione di merito ma “di metodo”. Il metodo Renzi. Domenica sera, verso le 20, la seconda telefonata: Mattarella invita il leader di Forza Italia al Colle. La rivalsa. Venerdì ai servizi sociali, martedì al Quirinale.

Nazareni

“Come sta il Patto del Nazareno? Francamente non lo so abbiamo sempre avuto uno spirito di Stato e siamo convinti che ci vogliano riforme per il Paese”. Tutto rientrato? Può darsi. Ma come abbiamo scritto ieri, nel partito non tira proprio una bella aria. E Berlusconi ammette: “quando il gatto non c’è, i topi ballano”. Brunetta contro Toti, Verdini contro Fitto, il cerchio magico contro Letta e Verdini. Il clima è quello di un drammatico redde rationem condito di vendette, trame e egoismi incrociati. Il maggior indiziato comunque rimane Denis Verdini, il nazareno per definizione chiamato a trattare in prima persona con i due concittadini Lotti e Renzi. Ieri, dopo gli attacchi interni ha replicato: “le dimissioni non sono nel mio Dna”. Anche Berlusconi stamane è tornato sull’argomento, smentendo la collera dei giorni passati perché “sono sicuro della lealtà di Verdini”. Che però, intanto, ha votato Mattarella. Ma tant’è. Sul Nazareno l’ex Cavaliere è rimasto sfuggente anche se “da oggi voteremo sì solo a ciò che ci convince”.

Tsipras e Fiscal Compact

Per distarsi un po’ dai veleni interni, l’ex Cavaliere ha risposto anche sui più scottanti dossier di politica internazionale. Nel pomeriggio a Roma sono attesi Tsipras e il ministro delle Finanze greco, Varoufakis. E siccome sul carro, a distanza di una settimana, rimane ancora qualche posto, Berlusconi non esita a salirci: “sul fatto che questa politica europea non funziona sono d’accordo con Tsipras”. Poi, con ritrovata nonchalance, si avvicina a Padoan e lo punzecchia: “mi scusi se mi permetto ma il fiscal compact è completamente antistorico, un sacrilegio”.

Risate e pisolino

Il fattoquotidiano.it gli ha regalato quella che nel calcio si chiamerebbe una “telecamera personalizzata”. Berlusconi arriva poco prima dell’insediamento. Quattro chiacchiere col vicepresidente del Senato Gasparri, col capogruppo Brunetta e con Nunzia De Girolamo, probabile fuoriuscita dal Nuovo Centro Destra. Un abbraccio con Vendola che, fervente antiberlusconiano, appare alquanto imbarazzato. Entrano Grasso e Mattarella. Lui si siede, doppio petto blu. Giorgia Meloni, in onore degli antichi fasti, gli siede accanto. Inizia a parlare Grasso. Poi Mattarella. Lui intanto si assopisce. Ma, come dice Razzi, probabilmente stava “pensando ad occhi chiusi”.

Giacomo Salvini

L'autore: Giacomo Salvini

Studente di Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze. 20 anni, nato a Livorno. Mi occupo di politica e tutto ciò che ci gira intorno. Collaboro con Termometro Politico dal 2013. Su Twitter @salvini_giacomo
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