Spending review, Cottarelli ammette: “Non aspettatevi granché”

Pubblicato il 4 Febbraio 2015 alle 16:31 Autore: Giacomo Salvini
Carlo Cottarelli e la manovra 2018

“I dossier sulla spending review credo siano pubblicati”. Carlo Cottarelli, ex commissario alla “revisione della spesa pubblica” dei governi Letta-Renzi e oggi al Fondo Monetario Internazionale, lo ha reso noto stamani a 24Mattino, trasmissione radiofonica di Alessandro Milan sulle frequenze di Confindustria. “Anzi– ha continuato lo stesso Cottarelli– potrebbe essere una questione di giorni”. Una notizia non da poco, visto che i dossier provenienti dai famosi 25 tavoli di Mr.Forbici sembravano essere spariti nel nulla. Se sul tema Renzi e Padoan hanno dimostrato un inusuale mutismo, è pur vero– come facevano notare ieri Giuliano Balestreri e Raffaele Ricciardi su repubblica.it– che la discontinuità dei governi negli ultimi anni ha condizionato pesantemente i tagli alla spesa pubblica.

Storia di un commissario. “Contano i rapporti professionali” e quelli con Renzi “erano buoni”. Dice Cottarelli. Vero. Ma che tra i due non ci fosse un gran feeling (eufemismo), si era capito da tempo. Il commissario alla spending review era stato nominato da Enrico Letta e confermato dal suo successore Renzi che però, dopo le famose slide di marzo 2014, lo aveva scaricato in estate con una locuzione sibillina alla direzione del Pd: “Non è Cottarelli il punto fondamentale: la spending review la facciamo anche se va via, dicendo con chiarezza che i numeri sono quelli”. Lui prontamente aveva fatto le valigie ed era tornato dalla famiglia a Washington. Dopo qualche mese a Beppe Severgnini diceva: “Una cosa che mi ha reso molto difficile il lavoro è stato il mondo burocratico romano”. E il rapporto con Renzi? “Dopo il decreto legge degli 80 euro c’è stato un periodo in cui non ci siamo visti e ci sentivamo per posta elettronica”.

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I tagli. I dossier, ha rivelato Cottarelli, sono in mano a “Palazzo Chigi e ministero dell’Economia” che “si stanno parlando” per stabilire modi e forme della pubblicazione. Ma, mette già le mani avanti, “non aspettavi granché” perché “il mio gruppo di lavoro” e gli altri 25 “lavoravano in parallelo”. Cottarelli & co. hanno pubblicato le slide ma poi “il governo Letta è caduto e non tutti i 25 gruppi di lavoro avevano completato il lavoro”. Ma perché i dossier non sono mai stati pubblicati? “Ci sono dai 15 ai 20 dossier di diversa qualità, credo che l’unico motivo per cui non sono stati pubblicati è che c’erano cose più importanti da fare”. Cosa, però non lo dice.

Giacomo Salvini

L'autore: Giacomo Salvini

Studente di Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze. 20 anni, nato a Livorno. Mi occupo di politica e tutto ciò che ci gira intorno. Collaboro con Termometro Politico dal 2013. Su Twitter @salvini_giacomo
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