Sondaggio Ipsos, il 34% guarda con simpatia alla coalizione sociale (22/03)

Pubblicato il 26 Marzo 2015 alle 12:24 Autore: Umberto Zimarri
Coalizione Sociale

Cosa pensano gli italiani della Coalizione Sociale, lanciata da Maurizio Landini? A questo quesito ha provato a rispondere Nando Pagnoncelli sulle pagine del Corriere della Sera, nel consueto sondaggio targato Ipsos.In sintesi il 10% segue con molta simpatia il progetto del leader Fiom, il 24% lo guarda con qualche simpatia mentre il 43% non nutre alcuna aspettativa verso questa nuova idea. Circa due italiani su dieci, invece, non sanno esprimere un opinione a riguardo. Prima di continuare nell’articolo è bene ricordare l’obiettivo della coalizione sociale, cioè quello di dare voce al mondo del lavoro e di dare risposte a quella domanda di giustizia sociale che risuona forte nel Paese.

Questi obiettivi sono condivisi dall’opinione pubblica in quanto il 47% considera l’iniziativa utile poiché queste tematiche non trovano adeguata rappresentanza nel mondo dei Partiti. Gli italiani, inoltre, non hanno dubbi riguardo il ruolo del sindacato che secondo la maggioranza assoluta, pari al 53%, non deve divenire soggetto politico. Ricapitolando, quindi, nello stesso tempo l‘opinione pubblica riconosce l’importanza delle tematiche sociali e del lavoro proposte da Landini,  ma non vuole assolutamente un impegno diretto del sindacato nell’agone politico.

Come variano le opinioni a seconda dei partiti di riferimento? Gli elettori più interessati sono i democratici con il 48% (somma di molta e qualche simpatica) seguiti da quelli del M5S con 38 %( 13% molta simpatia+ 25% qualche simpatia). I più refrattari sono i leghisti con un 78% di pareri negativi seguiti dai simpatizzanti azzurri con il 60%.

Coalizione Sociale

Risulta particolarmente interessante osservare in quali categorie si trovano le persone più entusiaste della coalizione sociale. Qual’è l’identikit del supporter della coalizione sociale? Sicuramente giovane o meglio ancora studente, laureato e con un alto livello d’istruzione, con una buona posizione lavorativa (quadri e ceti medi impiegatizi) e residente nelle regioni settentrionali. Chi, invece, non si riconosce proprio in questo nuovo ipotetico soggetto politico sono le casalinghe (60%) e più in generale i ceti popolari e quelli più esposti alla crisi. Un paradosso per un soggetto di sinistra.

Infine Nando Pagnoncelli ci ricorda come ci sia una sostanziale differenza tra la simpatia per un movimento e il comportamento di voto. Quest’ultimo infatti è influenzato da diversi fattori, su tutti le coalizioni e la legge elettorale con cui ci si presenta alle urne.

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