Cuperlo: “Scissione non conviene a nessuno”

Pubblicato il 3 Aprile 2015 alle 12:02 Autore: Redazione

Intervento di Gianni Cuperlo sul dibattito in corso sull’approvazione dell’Italicum. L’esponente della minoranza Pd prova a svelenire il clima e chiede che si abbassino i toni. “Anche ai carrarmati serve una bussola. Io una nuova legge elettorale la voglio e so che peggio della vecchia non si può fare. Capisco pure che non avere contrastato abbastanza il Porcellum rende meno credibile contestare oggi l’Italicum. Ma non può essere questo l’alibi per approvare le riforme della Costituzione e della rappresentanza senza le garanzie necessarie”.

Cuperlo auspica “Senato delle Regioni”

È quanto afferma a Repubblica, Gianni Cuperlo, della minoranza dem. “Cosa ci impedisce – spiega Cuperlo – di fare quel passo verso un vero Senato delle Regioni che eviti un mare di contenziosi futuri? In fondo il pastiche sulle Province dovrebbe dirci qualcosa. Oppure si ha paura che al Senato tutto si azzeri? Ma non è così perchè a quel punto avremmo l’unità convinta del Pd e di tanti amministratori. In Parlamento potremmo allargare una maggioranza che dopo la fine del patto del Nazareno si è notevolmente ristretta. L’alternativa qual è? Votare la legge elettorale con una maggioranza risicata? Ma questo è in contrasto con ciò che abbiamo sempre sostenuto, che le riforme si fanno con tutti e comunque mai da soli”.

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Italicum, Cuperlo: “La partita non è chiusa”

“Se anche l’aplomb emiliano – aggiunge riferendosi a Pierluigi Bersani – alza così i toni è bene interrogarsi. Quanto al dialogo forse la partita non è chiusa. Io non penso che il premier voglia una deriva autoritaria ma lui si convinca che le proposte in campo non vogliono boicottare il percorso o, peggio, difendere dei posti”.

“Scissione non conviene a nessuno”

Alla domanda se così l’Italicum non lo vota, Cuperlo replica: “Sarò coerente con le mie convinzioni, ma non rinuncio a cercare uno sbocco condiviso. Poi so che per riuscirci servono i toni giusti, da ogni parte”. La scissione, tuttavia, prosegue, “non conviene a nessuno” e se Renzi dovesse mettere la fiducia “sarebbe un errore”.

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