Stefano Fassina: “Tanto Pd se n’è già andato”

Pubblicato il 15 Maggio 2015 alle 11:40 Autore: Gabriele Maestri
in platea seduti affianco i deputati pippo civati con giacca chiara e stefano fassina

Stefano Fassina ribadisce la sua volontà di lasciare il Pd. Ecco il deputato Pd ripetere il concetto già espresso nei giorni scorsi e collegato alla riforma della scuola. “e non ci saranno radicali correzioni sulla scuola il mio percorso nel partito si concluderà perché ho già fatto tutte le tappe dell’opposizione interna, e su questioni di massima rilevanza: dalla svolta liberista sul lavoro al populismo delle riforme elettorale e costituzionali”.

Stefano Fassina intervistato dal Manifesto aggiunge: “La mia scelta è seriamente legata a quello che avverrà sul disegno di legge scuola: al Senato lo spazio per miglioramenti profondi non è ancora chiuso. Nel giro di poche settimane vedremo”.

“Pezzo del Pd l’abbiamo già perso”

“Mi sto accorgendo che tanto Pd se n’è già andato”. “Un pezzo del partito l’abbiamo già perso. Questo pezzo del Pd che sta fuori dai palazzi è ormai fuori anche dal Pd”. Cita le ultime elezioni in Emilia Romagna: “il partito ha perso la metà dei consensi e la partecipazione al voto è crollata. La prova che ci sono domande sociali e domande di rappresentanza politica che non trovano risposta nel Pd”.

da sinistra seduti cuperlo fassina vendola civati

Fassina: “Con Civati discorsi aperti”

“Con Civati e con altri abbiamo discorsi aperti, siamo in una transizione e le risposte non possono arrivare da dinamiche di palazzo. Bisogna che parta dai territori un percorso condiviso. Noi che svolgiamo una funzione di rappresentanza politica possiamo solo portarlo avanti”.

L’ipotesi di costituire un nuovo gruppo in Parlamento? “Avrebbe sensosolo se fosse la proiezione di fatti che devono maturare fuori dai palazzi e che dobbiamo essere in grado di accompagnare”.

Renzi: “Pd da 290 a 310 deputati”

“Qualcuno va in controtendenza, ma il Pd aveva un gruppo di 290 deputati e oggi ne ha 310: il Pd non perde pezzi. Bisogna fare l’interesse dei cittadini e non delle correnti del Pd”. Queste le parole del segretario del Pd Renzi sui movimenti a sinistra del partito parlando a Radio Anch’io.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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