Caso Azzollini scuote maggioranza e Governo

Pubblicato il 11 Giugno 2015 alle 10:05 Autore: Giuseppe Spadaro
il senatore antonio azzollini in giacca e cravatta

La richiesta di arresto per il senatore del Nuovo Centrodestra, coinvolto nell’inchiesta sul crac della Casa Divina Provvidenza, mette in fibrillazione la maggioranza. Due i nodi collegati alla richiesta di arresto: il rapporto tra Pd ed il partito guidato da Alfano ed i numeri già esigui su cui il Governo Renzi può contare al Senato.

Il crac della Casa Divina Provvidenza ha portato a dieci arresti (di cui tre in carcere e sette ai domiciliari). L’ospedale psichiatrico di Bisceglie, in amministrazione straordinaria da diverso tempo, ha un debito che si aggira intorno ai 500 milioni di euro. Agli arresti sono finiti gli ex responsabili e consulenti esterni della struttura: in carcere Dario Rizzi, Antonio Battiante, Rocco di Terlizzi; ai domiciliari la madre superiora Marcella Cesa e suor Assunta Puzzello, Antonio Damascelli, Adrijana Vasiljevic, Angelo Belsito, Augusto Toscani). L’accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta. Tra gli indagati c’è anche il deputato Raffaele Di Gioia (Psi-Gruppo misto). Oltre alle dieci misure cautelari, gli inquirenti hanno sequestrato un immobile a Guidonia di proprietà della congregazione. I domiciliari sono stati richiesti anche per il senatore NCD ed ex sindaco di Molfetta Antonio Azzollini, presidente della commissione Bilancio del Senato: sulla misura dovrà ora esprimersi il Parlamento.

Commissariamento e amministrazione straordinaria

L’inchiesta, che ha portato alle ordinanze di custodia cautelare del gip Rossella Volpe, dell’inchiesta è partita nel 2012. Fu la Procura di Trani a chiedere al Tribunale di Trani il fallimento della Casa Divina Provvidenza, con sede legale a Bisceglie, per via di un buco di mezzo miliardo di euro. L’ente venne sottoposto ad amministrazione straordinaria nel dicembre 2013, ma nell’ottobre dello stesso anno il Vaticano aveva commissariato l’ente e sostituto suor Marcella Cesa, alla guida della congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza, con il vescovo di Molfetta, monsignor Luigi Martella.

I finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Bari hanno eseguito diversi sequestri su conti riconducibili al Don Uva di Bisceglie. Tra questi, uno da 27 milioni a carico della casa di procura, considerata la “cassaforte” della Casa, della quale era responsabile suor Assunta Puzzello. L’ipotesi è che queste somme fossero oggetto di distrazione del patrimonio dell’ente, in danno dei creditori.

Il sequestro più singolare è però quello del conto “Postulatore beatificazione Don Uva”, gestito dalle stesse suore non per spese necessarie alla pratica di beatificazione (per la quale esisteva già un postulatore ufficiale nominato dal Vaticano) ma di un conto segreto, che veniva alimentato dalle donazioni di fedeli e dal pagamento delle copie della cartelle cliniche di pazienti della Casa.

Assunzioni secondo ‘logiche clientelari’

Tra il 2011 e il 2013, come scrive il Gip di Trani nell’ordinanza di arresto, alla Cdp ci sono state inoltre assunzioni gestite secondo ‘logiche clientelari’. Ed è qui che entra in scena il senatore Antonio Azzollini: sarebbe proprio lui l’artefice di queste assunzioni. “A partire dal momento dell’esproprio di potere da parte del senatore Azzollini e del suo entourage – si legge nell’ordinanza – le assunzioni selvagge di personale alla sede di Bisceglie vennero decise dal politico”.

Azzollini non ha commentato la vicenda che lo coinvolge. Ma a ‘La Zanzara’ su Radio24 ha smentito di aver pronunciato una frase volgare attribuitagli da una terza persona nel corso di un interrogatorio (“Vi p…in bocca”): “non commento i procedimenti a mio carico, ma non ricordo di aver mai pronunciato frasi di questo tipo. Ci mancherebbe altro” – ed ha aggiunto: “la mia posizione è che non commento i procedimenti a mio carico perché non conosco i procedimenti a mio carico”. Il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo, ha sottolineato l’atteggiamento positivo del Vaticano. Oltre alle testimonianze, determinanti per ricostruire i flussi di denaro negli ultimi vent’anni, è stato fondamentale il contributo dello Ior, in linea con la nuova politica di trasparenza impressa da Papa Francesco. Per ora nessun passo indietro di Azzollini alla guida della commissione. Ncd si compatta a difesa del senatore e  non intende mollare la presidenza della commissione Bilancio. Ma su questo dovrà decidere il Parlamento, con un voto che potrebbe anche modificare gli equilibri del Governo.

il senatore antonio azzollini al termine di una riunione mentre varca la soglia della porta

Azzollini, Bindi: bisognerà studiare le carte

“Bisognerà studiare le carte: di fronte ad una richiesta di arresto, prima si studiano le carte poi si prendono le decisioni”. Così il presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, sulla richiesta di arresto per il senatore Ncd Antonio Azzollini. “Io sono una garantista – ha proseguito Bindi intervenendo a Omnibus – il punto è: la politica ha capito che non si fanno affari con nessuno oppure no? Il quesito riguarda l’Ncd ma anche una parte del mio partito. L’inchiesta mafia Roma dimostra che una parte della politica si è messa sul mercato. Io sono per il finanziamento pubblico dei partiti – ha concluso – che sia poco e certificato. Sono contraria al finanziamento privato”.

Augello: servono regole uguali per tutti

Sull’opportunità di dimissioni in caso di coinvolgimento in inchieste “il problema è darsi delle regole uguali per tutti. E, in una società dove la magistratura è affetta da tanto protagonismo, è bene che il governo non si faccia condizionare”. Ne è convinto Andrea Augello, senatore di Ncd, che al Corriere della Sera commenta il coinvolgimento del sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione in Mafia Capitale e la richiesta di arresto per il presidente della commissione Bilancio al Senato Antonio Azzollini. “Su Castiglione non sono particolarmente informato – dice -. Però ho visto che Matteo Renzi lo difende con il solito slancio dicendo, come per altri sottosegretari in situazioni analoghe, che se non c’ è condanna non ci devono essere dimissioni». Su Azzollini «la questione è più delicata, anche perchè io faccio parte della giunta per le elezioni e l’ immunità parlamentare. E poi c’ è anche un pregresso complicato fra Azzollini e la Procura di Trani… Devo leggere bene le carte e valutare soltanto i fatti”.

Azzollini, Orfini: “Pd voterà a favore dell’arresto”

“Mi pare abbastanza evidente. Credo che di fronte a una richiesta del genere si debbano valutare le carte ma mi pare che sia inevitabile votare a favore dell’arresto”. Così il presidente del Pd Matteo Orfini a chi gli chiede cosa farà il partito su Antonio Azzollini, il senatore del Ncd di cui la procura di Trani ha chiesto l’arresto. Renato Schifani, capogruppo di Ap, ha spiegato che non ci sono collegamenti tra tenuta del governo e arresto di Azzolini. “Sono due livelli diversi, non vedo collegamenti. Qui si parla della libertà di una persona. Se dalle carte emergerà il nulla ogni forza politica dovrà assumersi la propria responsabilità”. Intanto il senatore socialista Enrico Buemi, uscendo dalla seduta della giunta per le immunità (assenti FI e Ncd) ha dichiarato che il caso di Azzolini verrà esaminato  dalla Giunta”per farlo arrivare in Aula entro l’estate”.

Ilaria Porrone

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
Tutti gli articoli di Giuseppe Spadaro →