Chi era Valeria Solesin, ecco la ragazza italiana uccisa a Parigi nella foto di gruppo fatta coi ragazzi di Emergency Trento

Pubblicato il 16 Novembre 2015 alle 10:40 Autore: Martino Abbracciavento
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Valeria Solesin, la ragazza italiana morta a Parigi in seguito all’attacco terroristico al teatro Bataclan del 13 novembre, era una studentessa modello.

Una vita tra studio e volontariato. Aveva 28 anni, originaria di Venezia, si era diplomata nel 2006 al liceo scientifico Benedetti del capoluogo veneto. Laureata poi a Trento, si era trasferita a Parigi dove viveva ormai da quattro anni come uno dei tanti cervelli in fuga. Dottoranda in demografia nella prestigiosa Università della Sorbona, studiava sociologia e si occupava di temi legati alla famiglia e ai bambini. In passato aveva lavorato come volontaria per Emergency. Una delle responsabili dell’organizzazione internazionale, Cecilia Strada, ha postato sulla sua pagina Facebook una foto di gruppo scattata a Trento qualche anno fa, con un solo commento: “Colpiti al cuore”.

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Valeria Solesin venerdì col fidanzato al Bataclan

Venerdì sera Valeria si trovava con il fidanzato e due amici all’ingresso del Bataclan nel momento del primo blitz dei terroristi. Non erano ancora nella sala, spiega un’amica veneziana della famiglia, che per prima ha dato la notizia della scomparsa di Valeria sui social media. Ma lì si sono staccati; nella folla gli altri tre hanno perso contatto con Valeria. Nessuno l’ha più vista. L’amica racconta: “Già nella notte abbiamo tentato di contattarla ma non c’è stato nulla da fare nel caos che è seguito all’assalto. Stava entrando nel teatro quando deve esserci stato l’assalto. Proprio in questa fase sarebbe stata separata dal gruppo, perdendo la borsa con cellulare e documenti che è stata raccolta da una sua amica; poi il nulla”.

“Persona, cittadina, studiosa”

Il padre della studentessa, Alberto Solesin dalla casa di San Marcuola aveva spiegato: “Nostra figlia è morta. Abbiamo la certezza, ma manca solo per motivi burocratici l’ufficialità”. La madre, Luciana Milani ai giornalisti ha rivolto poche parole: “Ricordate che era una persona, una cittadina, una studiosa meravigliosa. Ci mancherà molto e credo, visto il percorso che stava facendo, che mancherà anche al nostro Paese per le doti che aveva. Valeria a Parigi aveva lavorato anche seguendo i barboni della città, questo dice tutto, dimostra la sua voglia di conoscere in tutte le sfaccettature le realtà che andava a studiare e frequentare”.

Il cordoglio unanime

Tra i primi a esprimere, il cordoglio alla famiglia è stato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che domenica mattina ha scritto su Twitter: “A nome mio personale e di tutta la Città di Venezia esprimo il cordoglio più profondo per la morte di Valeria Solesin”. Il primo ministro Matteo Renzi, dalla Turchia dove si trova per il G20, ha porto le sue condoglianze alla famiglia e ha promesso: “Faremo di tutto per ricordare questa giovane ricercatrice. Penseremo un modo, magari una borsa di studio”. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si unisce a dolore in un messaggio inviato ai genitori di Valeria Solesin: “Carissimi genitori di Valeria, Vi scrivo per farvi giungere il cordoglio e la solidarietà, miei personali e dell’Italia intera, sapendo che nulla potrà lenire il vostro grandissimo e composto dolore. Valeria era figlia d’Italia e figlia d’Europa. È stata uccisa da mano barbara, fomentata dal fanatismo e dall’odio contro la nostra civiltà, i suoi valori di democrazia, di libertà e di convivenza. Valeria è stata uccisa, insieme a tanti altri giovani perché rappresentava il futuro dell’Europa, il nostro futuro. Insieme a tanti Paesi amici risponderemo con intransigenza a questa micidiale sfida di morte e di sopraffazione. Come accadde durante gli anni del terrorismo interno, lo faremo senza mai far venire meno le ragioni del diritto e della giustizia, che fondano la nostra civiltà, ma con determinazione. Li dobbiamo a Valeria, lo dobbiamo a tutte le vittime, lo dobbiamo a voi carissimi genitori. Vi sono particolarmente vicino e partecipo con profonda commozione alla vostra sofferenza”.

L'autore: Martino Abbracciavento