Perchè si parla di Carroccio a 5 Stelle

Pubblicato il 9 Giugno 2016 alle 10:25 Autore: Andrea Turco
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I giornali parlando di un’alleanza tra Lega e M5S in vista dei ballottaggi

Anti europei, anti sistema. Lega e M5S, al netto delle smentite, sono più vicini che mai. La saldatura, senza conferme ufficiali né dall’una né dall’altra parte, potrebbe concretizzarsi nel segreto delle urne il prossimo 19 giugno, la domenica dei ballottaggi. L’obiettivo è il medesimo: fare uno sgambetto a Renzi. Come? Unendo i propri eserciti.

Matteo Salvini ha cominciato le manovre di avvicinamento già lunedì a meno di 24 ore dal primo turno. “Al ballottaggio voterei sicuramente Raggi e Appendino”. Non una novità. Il segretario della Lega lo aveva dichiarato ancor prima delle elezioni. Segno che gli ammiccamenti sono cominciati molto prima.

Il candidato del M5S a Milano, Gianluca Corrado, non ha dato alcuna indicazione di voto ma ha affermato che “molti degli elettori che lo hanno votato al primo turno, al ballottaggio opteranno per Parisi, di certo non Sala”.

La sintonia tra i due schieramenti, tra alti e bassi, corre su tutti gli altri fronti aperti: da Roma a Torino passando per Bologna.

Un’affinità politica confermata anche dai dati reali. Come rivela uno studio Demos per Repubblica, la percentuale di elettori leghisti che si dicono “molto o abbastanza vicini al M5S” è quasi del 30% (18% per Forza Italia e 17% per Fratelli d’Italia).

Viceversa gli elettori del M5S che si dichiarano “molto o abbastanza vicini alla Lega” sono il 17% del totale (il 19% invece simpatizza per il partito della Meloni, il 16% per Forza Italia, solo il 9% per il Pd).

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Questo sentimento non è nuovo. Era emerso anche il giorno dopo le politiche del 2013 quando parte dell’elettorato leghista si era mosso verso il Movimento di Grillo.

Alleanza Lega-M5S, il rischio che corre Salvini

Salvini deve però stare attento a non avvicinarsi troppo al M5S. Il rischio è di rimanerne “fagocitati” come ha spiegato ieri un articolo del Sole 24 Ore.

Come abbiamo detto all’inizio, le politiche di Lega e M5S sono simili in alcuni punti ma a differenza dei primi i secondi sono considerati più innovativi nello scacchiere politico. E sul territorio nazionale riescono ad essere più attrattivi del Carroccio. Che sotto al Rubicone non tocca palla. Le percentuali raccolte a Roma sono irrisorie. Il progetto Noi con Salvini non è mai decollato. E il Nord rischia di andare perduto (a Milano la morente Forza Italia ha quasi doppiato la Lega).

Un segnale che Salvini deve avere subodorato. Per questo, in un’intervista al Corriere, ha annunciato una convention di centrodestra che si terrà dopo i ballottaggi. “Un appuntamento non di piazza, ma di costruzione. L’idea è quella di mettere le fondamenta a un’alleanza adatta a mandare a casa Renzi. Il punto è quello di restituire una prospettiva di fiducia a tutti coloro che oggi non hanno voluto andare a votare. Che sono quasi cinque elettori su dieci”. Perché morire renziani o grillini, per Salvini è la stessa cosa.

L'autore: Andrea Turco

Classe 1986, dopo alcune esperienze presso le redazioni di Radio Italia, Libero Quotidiano e OmniMilano approda a Termometro Politico.. Dal gennaio 2014 collabora con il portale d'informazione Smartweek. Su Twitter è @andreaturcomi
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