Vertice Ue: tensione tra i leader europei sulle regole e sui nomi

Pubblicato il 27 Giugno 2014 alle 08:55 Autore: Antonio Scafati

Le indiscrezioni filtrate da Ypres, in Belgio, raccontano un vertice dei leader europei teso, pieno di ostacoli, dove gli accordi sono ancora tutti da trovare: sia sui nomi per le poltrone che contano, sia sulle regole da dare all’Europa.

Cara Angela, noi rispettiamo e rispetteremo il Patto: non faremo come la Germania nel 2003”: Matteo Renzi si sarebbe rivolto così alla cancelliera tedesca, riferendosi all’anno in cui la Germania chiese e ottenne uno sforamento sul tetto del 3 per cento. Un momento di tensione, hanno spiegato fonti europee, subito stemperato.

Ha scritto l’Ansa che Renzi vuole portare in Europa la sua ricetta: rispetto delle regole ma anche flessibilità per aiutare le famiglie, favorire la crescita e rimettere in moto l’occupazione. In concreto, il premier italiano vuole tenere fuori dal calcolo del deficit il cofinanziamento dei fondi Ue e le risorse per il pagamento dei debiti alla Pubblica amministrazione e insieme vuole ottenere più flessibilità a patto di procedere con le riforme. Su questo dovrebbe aver trovato consensi. In ogni caso, è alle regole che Renzi intende vincolare il suo via libera alla nomina di Jean-Claude Juncker alla carica di presidente della Commissione europea.

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Il premier inglese David Cameron, che più di tutti si è speso per bloccare Juncker, ha ribadito la sua intenzione: andare alla conta, fatto inedito nella storia delle istituzioni europee. Merkel, da parte sua, ha ripetuto di non temere un epilogo del genere ma allo stesso tempo si è mostrata disposta a discutere le riforme che Cameron chiede circa le politiche europee. Secondo la Reuters, il risultato della votazione potrebbe essere un inequivocabile 26 a 2, dove i due sarebbero appunto Cameron e il primo ministro ungherese Viktor Orban. Quella di oggi, dunque, sarà quasi certamente la giornata di Jean-Claude Juncker. Ma rischia anche di essere uno spartiacque nel rapporto tra Londra e Bruxelles.

Per le altre nomine occorrerà aspettare, anche se Renzi è a caccia di una intesa politica che metta la squadra di governo dell’Europa il più possibile al sicuro dai rischi che potrebbero emergere nelle prossime settimane. Roma continua a puntare su Federica Mogherini per la carica di Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza dell’Unione. Lei per ora continua a ripetere le stesse parole: “È un’ipotesi, c’è una discussione in corso, vediamo come evolve”.

Ma ci potrebbero essere sorprese. L’Ansa riporta le voci secondo le quali l’Italia punterebbe all’Eurogruppo, proponendo il nome del ministro Padoan. E poi c’è Enrico Letta, tornato ieri in corsa (almeno secondo la stampa) per il ruolo di presidente del Consiglio europeo.

Per avere tutti i nomi nero su bianco si dovrà attendere fino a metà luglio. Lo ha annunciato il capo del governo irlandese Enda Kenny: “Ci sarà un altro summit il 17 luglio, ovvero il giorno dopo che il Parlamento europeo avrà proceduto al voto di fiducia del nuovo presidente della Commissione europea”. Fino a quel momento, i giochi non possono essere considerati fatti.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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