Contratto di lavoro unico, Landini apre a Renzi

Pubblicato il 28 Dicembre 2013 alle 14:44 Autore: Gabriele Maestri
Landini apre a Renzi

Contratto di lavoro unico, Landini apre a Renzi

Sembrano ora più vicini, Maurizio Landini e Matteo Renzi; anzi, prima ancora, a riavvicinarsi sembra l’intero mondo sindacale e il Pd del nuovo corso, incarnato dal sindaco di Firenze e nuovo segretario. Oggi, infatti, dal segretario nazionale della Fiom – solitamente considerata l’ala più dura della Cgil – è arrivata, attraverso un’intervista a Repubblica, una significativa apertura al modello del contratto unico che Renzi suggerisce nel suo job act.

Per Landini (come per Renzi) è essenziale semplificare il quadro burocratico del lavoro, spazzando via le forme di contratti – dalle collaborazioni al lavoro a progetto, fino a quello interinale – che hanno avuto essenzialmente l’effetto di rendere il lavoro più precario: “sono contratti che non servono né alle imprese né ai lavoratori”. Resterebbero così solo le possibilità dei contratti a tempo indeterminato, a tempo determinato, del part time e dell’apprendistato. 

Landini apre a Renzi

In questa chiave, quella del contratto unico suggerito da Renzi “può essere la strada per ridurre la precarietà”, “dico sì” se “vuol dire cancellare una serie di forme contrattuali inutili che hanno soltanto precarizzato il mondo del lavoro”. Tiene Landini a chiarire che non si tratta affatto di una rinuncia, o di una sospensione all’articolo 18: “Il contratto unico a tempo indeterminato avrebbe tutte le tutele, si tratterebbe solo di allungare il periodo di prova“. E sarebbe un miglioramento rispetto alla completa mancanza di tutela che oggi i precari devono affrontare.

Di questo si discuterà (anche se Landini preannuncia la necessità di “un periodo congruo durante il quale verificare gli interessi delle imprese e dei lavoratori”), come pure della necessità di una legge sulla rappresentanza sindacale, istanza condivisa dal leader della Fiom e da Renzi. Sono invece distanti sulla possibilità di sostituire la cassa integrazione con il sussidio di disoccupazione: secondo Landini la cassa va estesa a tutti i settori (e finanziata con i contributi di imprese e lavoratori), mentre il fisco deve finanziare un reddito minimo garantito.

Landini apre a Renzi

Tutto questo però, secondo Landini, non può essere realizzato dal governo Letta, non potendo convivere i progetti di Renzi e le “idee ottocentesche” di Alfano: prima si va a votare, con una nuova legge elettorale, e meglio è. In ogni caso, l’apertura di Landini è vista con favore da Raffaele Bonanni della Cisl (“E’ un interessante novità”), che giudica il modello di contratto unico proposto da Renzi come “una buona base di partenza”, di un disegno che deve puntate a stabilizzare il lavoro precario e a pagare di più la flessibilità.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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