Fratelli d’Italia verso le primarie. Ma sul simbolo è rivolta

Pubblicato il 17 Febbraio 2014 alle 22:41 Autore: Gabriele Maestri
fratelli d'italia giorgia meloni

Il percorso di Fratelli d’Italia verso le primarie ormai è iniziato: il 22 e il 23 febbraio, nelle sedi presenti in tutta Italia (ma anche nei gazebo), sarà possibile concorrere a determinare la dirigenza nazionale e locale del partito. Il percorso vede riunito il nucleo che ha fondato il soggetto politico alla fine del 2012 e il gruppo che è stato via via coinvolto attraverso l’esperienza-laboratorio di Officina per l’Italia (che ha coinvolto figure legate al centrodestra, da Luciano Ciocchetti a Giuseppe Cossiga, fino a Gianni Alemanno).

Da oggi, sul sito www.ricostruiamotutto.com, è apparso il materiale relativo alla consultazione, a partire dal fac-simile della scheda: essa servirà per indicare i “grandi elettori”, ossia i rappresentanti provinciali di Fratelli d’Italia (3150 in tutto) che nella successiva fase congressuale dovranno eleggere i gradi regionali e nazionali della dirigenza del partito; un apposito spazio sarà dedicato alle “primarie delle idee” (un’espressione cui la leader di Fdi, Giorgia Meloni, sembra molto legata), per far esprimere i votanti su varie questioni, dall’uscita dall’euro al presidenzialismo, dal rigore sulle slot machine alla riapertura delle “case chiuse”.

fratelli d'italia primarie scheda

Con la stessa scheda, si potrà dare la preferenza sul contrassegno da utilizzare per lo meno in occasione delle elezioni europee di maggio, dopo che l’assemblea della Fondazione An aveva concesso l’uso totale o parziale del vecchio emblema di Alleanza nazionale. Proprio sulla questione “emblematica”, però, è scoppiato un caso che per una parte di aderenti e simpatizzanti è clamoroso. Tra gli otto emblemi proposti agli elettori, infatti, sembrano mancare alcuni dei simboli più votati nella precedente consultazione online organizzata su Facebook

I primi sospetti erano circolati in Rete già ieri sera, quando sulla pagina ufficiale di Fdi era apparsa una prima anticipazione della scheda. L’immagine era molto piccola, ma non abbastanza da impedire di riconoscere il contenuto degli otto segni distintivi stampati sul bollettino. “Non vedo il simbolo con sotto la fiamma del MSI originale” aveva scritto Alberto già alle 21 e 05 di domenica, ma oggi i commenti si sono sprecati.

In particolare, mancherebbe proprio l’emblema che aveva ricevuto più voti: quello che riprendeva in tutto il vecchio simbolo di An, ma che al vecchio nome del partito sostituiva la dicitura “Fratelli d’Italia”. “Mi pare manchi qualche simbolo…. quelli più votati che più si assomigliavano al vecchio simbolo di An…. coincidenze?” si chiedeva stamani Andrea, mentre alle coincidenze non sembra credere Clausio: Che l’avete fatto a fare il contest sul simbolo se non avete messo i più votati, ma solo quelli che vi pare a voi? Per quanto mi riguarda sabato e domenica prossimi il voto mio (e credo quello di molti altri) ve lo potete scordare, nemmeno ci perdo tempo se, da quello che vedo, è già tutto deciso.

Più di qualcuno, in effetti, non trovando anche altri emblemi che erano stati presentati a Cagliari come soluzioni più votate dagli utenti della rete, minaccia di disertare il voto: “se non garantite con certezza che tra i simboli in lizza ci sia quello più votato su facebook, vi scordate il mio voto!!!” assicura Gig, mentre Stefano parla di “presa in giro”. Altri suggeriscono di votare per le altre opzioni e non per il logo, ma per qualcuno le soluzioni sarebbero ben altre: “Se non mi mettete il simbolo blu con la fiamma di Enea Paladino – minaccia Giacomo – mi mangio tutte e 3000 le schede elettorali!”

giorgia meloni atreju officine per italia

Qualcuno in realtà non ha gradito nemmeno che sulla scheda sia presente già stampato il nome della Meloni, in mancanza di altri sfidanti alla presidenza del partito, ma la questione del simbolo è quella che brucia di più. E se c’è chi ne fa una questione politica (“I militanti hanno deciso il simbolo senza scritta Alleanza Nazionale – nota Diego – fatevene una ragione: nessuno rivuole Alleanza, ma tutti rivogliamo i principi del MSI“), il commento di Destra Venaria Reale è tra i più duri: “Sono state indette delle consultazioni on line; vengono scelti 6 loghi da portare alle primarie e oggi scopriamo che il simbolo più votato on line è sparito, alla faccia di tutti quelli che lo hanno votato. Chi ci vieta ora di pensare che anche le primarie della prossima settimana saranno pilotate? Magari i militanti scelgono un simbolo che poi verrà eliminato dalla direzione. #primariepilotate?”




L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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