Il Governo irlandese alla prova del Covid tra le proteste dei tirocinanti

Pubblicato il 8 Dicembre 2020 alle 13:52 Autore: Francesco Tozzi

Dal 1 dicembre l’Irlanda è passata al Level 3 delle restrizioni riguardanti la riduzione del contagio da Covid-19. Ad annunciarlo è stato il Primo Ministro Micheál Martin, che ha illustrato anche le eccezioni che saranno in vigore per tutta la durata delle festività natalizie. L’obiettivo del governo è quello di allentare progressivamente le limitazioni in modo da poter mantenere livelli più bassi di restrizioni nel 2021.

Coronavirus sotto controllo, ma occhio alle diseguaglianze

L’Irlanda è stato il primo Paese dell’Unione Europea a ripristinare il lockdown nell’ottobre scorso, lasciando aperte soltanto le attività che svolgono un servizio essenziale e gli istituti scolastici. Martin ha infatti dichiarato che queste ultime devono rimanere aperte “perché non si può consentire che i nostri figli e il futuro dei giovani diventino un’altra vittima di questa malattia”. Misure certamente drastiche, ma che in sole due settimane hanno visto scendere sensibilmente l’indice dei contagi sotto la soglia fatidica dell’uno, tra lo 0,7 e lo 0,9.

La situazione attuale in Irlanda

Adesso tutto il commercio al dettaglio e i servizi non essenziali sono stati riaperti, con entrate contingentate nei locali chiusi e l’utilizzo obbligatorio della mascherina. Il Fianna Fáil, partito di maggioranza relativa al Dáil Éireann, la Camera bassa irlandese, sta promuovendo una massiccia campagna di comunicazione che invita a fare acquisti e sostenere i negozi locali. Sul versante sanitario, invece, il Governo si è detto fiducioso di poter distribuire il vaccino entro la fine dell’anno alle persone più fragili. È stata così istituita una task force nazionale sui vaccini per fornire una strategia di vaccinazione completa al Taoiseach entro la prima metà di dicembre. Ingenti saranno anche le somme dell’erario statale destinate alla lotta al Covid. Una stima del Dipartimento delle Finanze prevede che tra il 2020 e il 2021 le spese destinate al contrasto del coronavirus e al rilancio economico ammonteranno a circa 38 miliardi di euro.

In bilico tra prevenzione e disuguaglianze

Se da un lato però, l’inusuale Governo di larghe intese Fianna Fáil-Fine Gael-Verdi sembra sia riuscito nelle azioni di prevenzione del contagio, dall’altro è evidente come il virus abbia acuito le diseguaglianze sociali. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, agenzia specializzata delle Nazioni Unite sui temi della politica sociale, nel prossimo futuro il valore medio dei salari potrebbe scendere in tutto il mondo a causa della pandemia.

Il problema del lavoro in Irlanda

Nell’intera Unione, la maggiore perdita di massa salariale è stimata oltre il 10% e l’Irlanda è tra i Paesi che la subiranno di più. Lo Stato è, insieme a Germania e Lussemburgo, uno di quelli con i livelli più alti dei salari minimi. A livello dell’Unione Europea, la maggiore perdita di massa salariale, oltre il 10%, è prevista, tra gli altri paesi, anche in Irlanda, che al A rimetterci sarebbero le donne e i lavoratori a basso reddito. Economic Eye ha inoltre sottolineato come, nel 2020, il 40% dei lavoratori irlandesi abbia perso il proprio posto di lavoro o abbia chiesto di accedere alle misure di sostegno erogate dallo Stato.

Altre questioni vive nel dibattito pubblico riguardano i livelli sempre più alti degli affitti, la mancanza di alloggi e le carenze del sistema sanitario. Tutti temi che hanno portato i repubblicani di sinistra dello Sinn Féin ad essere il partito più votato (24,5%) alle elezioni generali dello scorso febbraio. Lo storico accordo tra gli eterni rivali Fine Gael e Fianna Fáil, popolari e liberali di centrodestra, ha impedito all’ex braccio politico dell’IRA di tornare al governo dopo quasi cento anni.

Niente stipendio per i tirocinanti impegnati nei reparti Covid

L’ultima vicenda che ha visto le opposizioni compatte contro il Governo e che ha suscitato clamore nell’opinione pubblica riguarda i mancati stipendi agli studenti di Medicina e Infermieristica che hanno operato durante la pandemia. Tuttavia, è stata respinta una mozione per chiedere la loro retribuzione con 77 voti contrari e 72 favorevoli. Decisivo il voto compatto di tutti i membri dei partiti di Governo. Il partito dietro la mozione, Solidarity – People Before Profit, ha affermato che il governo ha ignorato coloro che lavorano tutti i giorni in prima linea.

La situazione dei futuri infermieri in Irlanda

Gli studenti di Infermieristica in Irlanda devono intraprendere tirocini non retribuiti obbligatori prima di potersi laureare. Tuttavia, a marzo sono stati rapidamente messi in servizio in tutta Europa, per supportare i sistemi sanitari durante l’apice della pandemia. L’allora ministro della Salute Simon Harris annunciò che gli studenti tirocinanti sarebbero stati pagati 14 Euro l’ora. Ancora però gli stipendi non sono stati accreditati e c’è chi parla di sfruttamento dei giovani irlandesi. La mozione è stata sostenuta anche dai socialdemocratici, dallo Sinn Féin, dai laburisti e da tutti i membri indipendenti del parlamento. Dopo il risultato del voto, gli utenti dei social media hanno condiviso gli hashtag #PayStudentNursesandMidwives e #EducationNotExploitation, criticando Merrion Street per la sua posizione. Nel frattempo, il vicepremier Leo Varadkar ha annunciato che i giovani infermieri verranno pagati, ma molto probabilmente non prima di settembre 2021.

Sinn Féin ai massimi, ma tiene la fiducia nei leader di maggioranza

La situazione appena descritta si riflette sui sondaggi politici effettuati a fine novembre. Sinn Féin aumenta i propri consensi rispetto al mese precedente, secondo le rilevazioni effettuate da Red C Research per il Business Post. Il partito guidato da Mary Lou McDonald cresce di tre punti percentuali arrivando alla soglia del 30%, il massimo storico. Fine Gael, dell’ex Taoiseach Leo Varadkar, rimane il primo Partito nelle intenzioni di voto con il 33%. Sale al 12% Fianna Fáil del premier Martin. Al 5% troviamo invece il Partito Verde che perde un punto, stabili i laburisti al 3% e Aontú (Unità) al 2%. Crescono tra i piccoli invece i social-democratici al 4% e Solidarity al 3%.

Ancora fiducia nel Tánaiste d’Irlanda

La fiducia nel governo, secondo i dati di Ipsos MRBI, scende al 48%, dopo una luna di miele iniziata in concomitanza con il diffondersi della pandemia. Al contempo, il 58% degli intervistati ritiene che l’esecutivo abbia svolto un buon lavoro nel contrasto al Covid-19. Resta saldo in testa all’indice di gradimento dei leader Leo Varadkar, Tánaiste della Repubblica d’Irlanda e ministro per l’Impresa e il Commercio. Per lui il 65% delle preferenze ma una caduta di 10 punti. Seguono Mary Lou McDonald in calo di 3 punti al 46% e il Taoiseach Micheál Martin al 39%. Chiude infine la classifica l’esponente dei Verdi e ministro dell’Ambiente Eamon Ryan al 27%.