Papa Francesco: io uomo normale che ride, piange ed ha amici

Pubblicato il 5 Marzo 2014 alle 10:23 Autore: Redazione

Il primo anno di mandato di Josè Mario Bergoglio, ormai conosciuto come Papa Francesco, avrà luogo precisamente giovedì 13 marzo. E’, comunque, tempo di bilanci e il Santo Padre, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, racconta il primo anno da Pontefice.

La prima cosa che Bergoglio tende ad evidenziare è la semplicità del suo ruolo: non è Superman, anzi. E’ “un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti, una persona normale”. E ricordando il passato trascorso in Argentina trai più poveri, le sua persone, afferma con sicurezza a Ferruccio De Bortoli (direttore del Corriere), come gli piaccia “stare tra la gente, insieme a chi soffre, andare nelle parrocchie – sebbene – non mi piacciono le interpretazioni ideologiche, una certa mitologia di papa Francesco – riprendendo il pensiero di coloro che non vedevano da tempo una così forte ripresa della dottrina sociale della chiesa come in quest’ultimo anno, durante il quale il sovrano del Vaticano ha dato l’impressione di essere un tipo ‘del’ popolo e non ‘sopra’ il popolo. – Quando si dice per esempio che esce di notte dal Vaticano per andare a dar da mangiare ai barboni in via Ottaviano. Non mi è mai venuto in mente”.

primo anno di pontificato per papa francesco

Francesco passa poi ai rapporti che lo legano col suo predecessore, Benedetto XVI: “Papa emerito non è una statua in un museo. È una istituzione – sostiene. – Benedetto è il primo e forse ce ne saranno altri. Non lo sappiamo. Lui è discreto, umile”. Circa il ruolo defilato dell’ex Papa, Bergoglio ha una diversa intenzione: “abbiamo deciso insieme che sarebbe stato meglio che vedesse gente, uscisse e partecipasse alla vita della Chiesa, – dato che – la sua saggezza è un dono di Dio – che – non merita di finire in una casa di riposo”.

papa francesco

Infine l’argomento dell’intervista si concentra sugli abusi sui minori e l’attuale Papa non si limita nell’elogiare il lavoro fatto dal predecessore: Ratzinger ha “aperto una strada” riguardo questi drammatici casi, “tremendi perché lasciano ferite profondissime”. E visto che “la grande maggioranza degli abusi avviene in ambiente familiare e di vicinato, la Chiesa cattolica è forse l’unica istituzione pubblica ad essersi mossa con trasparenza e responsabilità – nonostante sia – la sola ad essere attaccata”.

Daniele Errera




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