Malcontento Brasile, ancora proteste in vista del campionato mondiale di calcio

Pubblicato il 13 Marzo 2014 alle 14:30 Autore: Giacomo Morabito
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A San Paolo si è svolta una manifestazione contro l’aumento delle tariffe dei trasporti pubblici e il campionato mondiale di calcio, che si svolgerà in Brasile nei mesi di giugno e luglio. Simili proteste si sono innescate già nel giugno del 2013, ovvero quando i prezzi dei biglietti sono stati aumentati da 3 a 3,20 reais. Il malcontento popolare contro il governo è cresciuto, soprattutto per quanto riguarda i costi dell’organizzazione del prossimo campionato mondiale di calcio che, secondo i manifestanti, si sarebbero dovuti investire nella sanità, nell’istruzione e nello sviluppo.

L’organizzazione del principale evento calcistico è stata finora segnata da ritardi, aumento dei costi e incidenti mortali durante la costruzione delle infrastrutture. Ma il Brasile non “deve” sfigurare la propria immagine davanti all’intera comunità internazionale: così il governo brasiliano ha deciso di stanziare un pacchetto di aiuti (circa 5 miliardi di dollari) al settore elettrico per evitare dei blackout durante la competizione sportiva.

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Il maxi investimento sul settore idroelettrico non sarebbe soltanto mirato a evitare i blackout in vista del campionato mondiale di calcio: infatti, l’altro appuntamento di grande rilevanza sono i Giochi della XXXI Olimpiade, che si svolgeranno in Brasile nel 2016. Per tal evento saranno necessari 46’000 posti letto, oltre che impianti di gestione e trattamento delle acque, le centrali di riciclaggio dei rifiuti, la rete ferroviaria cittadina, il sistema delle metropolitane e le reti di bus rapidi.

Nel frattempo, il prossimo autunno si svolgeranno le elezioni presidenziali che coincideranno in un periodo in cui l’economia del Paese sta attraversando una fase di forte rallentamento. Fino a poco tempo fa, la comunità internazionale ammirava la crescita economica del Brasile: a parte la Cina, dal punto di vista macroeconomico le condizioni di crescita del Brasile erano sorprendenti, oggi però la crisi energetica e i numerosi blackout testimoniano le carenze strutturali di un Paese che non ha infrastrutture all’altezza della propria potenza mondiale.