Immigrazione, incontro Ue-Viminale: ipotesi creazione di ‘Frontex plus’

Pubblicato il 26 Agosto 2014 alle 12:47 Autore: Ilaria Porrone

Immigrazione: sembra essere arrivati alla fine del braccio di ferro tra Italia ed Europa. Dopo lo scambio degli ultimi giorni tra il Ministro degli Interni Angelino Alfano e Cecilia Malmstrom – commissario europeo agli Affari Interni uscente – si dovrebbe tra oggi e domani la questione della gestione dell’emergenza immigrati sulle coste italiane, che aveva portato in prima battuta l’ipotesi della sospensione dell’operazione Mare Nostrum. Cambio di politica: è questo quello che chiede il Governo italiano, meno accoglienza, più dirottamenti e assistenza direttamente nei paesi di transito della fuga dalle guerre e dal Medioriente.

In corso nella mattinata di oggi a Roma l’incontro tra i tecnici del Viminale e quelli di Frontex (l’agenzia europea che si occupa delle frontiere europee con sede a Varsavia). Quella di oggi sarà una riunione preliminare per il tavolo vero, quello di domani tra Alfano e Malmstrom. Mercoledì, nell’incontro Alfano-Malmstrom, sarà chiaro l’appoggio dell’UE alle operazioni italiane oppure sarà richiesta una riforma di Mare nostrum, considerata da Bruxelles “un fattore di attrazione” per i flussi di migranti.

mare nostrum immigrazione

Mare nostrum però prevede anche la gestione successiva degli immigrati. L’intervento dell’UE non riguarderebbe l’accoglienza degli immigrati negli altri Paesi europei, sarebbero quindi ancora dei Cie italiani ad aprire le porte. Intanto da Malta è partita ieri Phoenix, la prima nave privata che per 21 giorni navigherà in soccorso dei barconi. Michele Cercone, portavoce del commissario Malmstrom,  ha dichiarato che “potrebbero essere affidati a Frontex più uomini e più mezzi.” Si passerebbe così a “Frontex plus”, anche se siamo molto distanti dalla richiesta di Alfano di “sostituire Mare nostrum con Frontex”, anche alla luce del budget dell’agenzia di 80 milioni l’anno, di cui 20 sono destinati alle spese di gestione dell’agenzia stessa.

Secondo una fonte a Bruxelles “i lavorerà su alcune possibili soluzioni” –come – “andare a gestire i flussi di profughi e migranti nei paesi di transito, prima di farli imbarcare”. L’ipotesi è quella di un piano di accoglienza internazionale, gestito da Nazioni Unite e Bruxelles, sulla base del quale “ogni paese fissa una quota di rifugiati somali, eritrei e siriani che vengono portati nei vari paesi europei direttamente dai campi profughi”. Questa idea è sostenuta da tempo anche dai responsabili del Viminale (il sottosegretario Manzione) e ribadita anche dal presidente della Camera Laura Boldrini, la quale aveva dichiarato che Mare Nostrum da sola “non basta, perché cura i sintomi, non la malattia. La malattia va ricercata nelle motivazioni della fuga, ed è lì che bisogna agire con più efficacia: nel rilanciare i negoziati di pace, nel rafforzare i processi di democratizzazione, nel porre le basi per uno sviluppo sostenibile dei Paesi più svantaggiati. L’Europa potrebbe avere un importante ruolo, se fosse capace di agire in modo unitario”.

La vera novità al centro del negoziato è un’altra. Sempre secondo la fonte di Bruxelles: “Dobbiamo lavorare per rinegoziare gli accordi di riammissione in paesi come Tunisia, Egitto e Marocco.” E secondo la fonte del Viminale l’obiettivo è quello di: “dirottare le persone raccolte in mare in Tunisia e Egitto, non farle più arrivare in Italia a meno che non abbiano già avviato le procedure per lo status di rifugiati e quindi si siano già fatti identificare prima di imbarcarsi”. Insomma, l’Europa è pronta a fare la sua parte perchè l’Italia non può essere lasciata sola come spiega in un’intervista alla Stampa l’ex presidente del Parlamento europeo e del Ppe Hans-Gert Poettering: “La questione degli immigrati e dei rifugiati è di importanza fondamentale, non possiamo lasciare da solo nessun Paese, deve diventare un compito per tutta l’Unione europea”. Anche perché, come avverte l’ammiraglio Giovanni Pettorino, capo operazioni delle Capitanerie di Porto, in un colloquio con il Fatto Quotidiano, “se finisse Mare Nostrum sarebbe un’ecatombe. Il mare non è una strada, dove se il pulmino ha fatto salire troppe persone si accosta ai lati e le fa scendere. In mare se scendi sei morto”.

Ilaria Porrone

L'autore: Ilaria Porrone

Classe 1987, vive a Roma. Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre. Appassionata di storia e comunicazione politica, nel tempo libero è una volontaria della ONG Emergency. Collabora con Termometro Politico dal 2014. Su twitter è @IlariaPorrone
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