Tribunale di Roma riconosce adozione gay: primo caso della storia italiana

Pubblicato il 30 Agosto 2014 alle 14:18 Autore: Giacomo Salvini

Il primo caso di stepchild adoption. Letteralmente: “adozione da parte di coppie dello stesso sesso”. Oggi, per la prima volta in Italia, un tribunale (quello per i Minorenni di Roma) ha riconosciuto l’adozione di una bambina a una coppia omosessuale (due donne). La sentenza è certamente storica poiché, pur non intaccando alcuna normativa sul tema, apre un varco profondo sulla ridondante diatriba dei diritti civili. Dalle parole si è passato ai fatti. E questo, per l’appunto, sta creando non poco clamore.

LA STORIA – Le due donne (entrambi libere professioniste), residenti a Roma da undici anni, si sono sposate all’estero ed hanno deciso di condividere un progetto di maternità tramite la procreazione assistita eterologa. Poi si sono rivolte all’Associazione italiana avvocati famiglia e minori per poter adottare la bambina, che oggi ha cinque anni. Quest’ultima (secondo la legislazione vigente) viene riconosciuta come figlia biologica di una sola delle due conviventi. Il ricorso è stato accolto grazie all’articolo 44 della legge sull’adozione del 1983 (n.184) e della modifica 149 del 2001 per cui l’adozione è permessa “nel superiore e preminente interesse del minore a mantenere anche formalmente con l’adulto, in questo caso genitore ‘sociale’, quel rapporto affettivo e di convivenza già positivamente consolidatosi nel tempo”. “Siamo felici- hanno esultato le due mamme- quasi incredule di questo risultato che era atteso da anni e che rappresenta una vittoria dei bambini”. Per questo hanno colto l’occasione anche per invitare le “tante altre coppie omogenitoriali” ad “uscire allo scoperto”.

CONTINUARE COSI’ – Le reazioni politiche non si sono fatte attendere nemmeno per un secondo. Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme da sempre in campo per i diritti civili, ha parlato di “sentenza storica” ma “la magistratura ha aperto la strada; ora bisogna che a questi casi pensi la legge”. Anche il presidente di Gaynet, Franco Grillini, definisce la sentenza “molto bella soprattutto sul piano umano” mentre sul fronte pro-adozione, i commenti più critici si sono rivolti al premier Matteo Renzi. Sergio Lo Giudice, componente della Commissione Giustizia, accusa il Parlamento di farsi “dettare l’agenda dei diritti civili da un tribunale” anche se oggi è stata “una splendida giornata di civiltà per il nostro paese”. Conclude Flavio Romani, presidente di Arcigay: “dopo quella nobile a favore dei malati di Sla, ecco un’altra doccia gelida per il nostro premier Renzi” perché “ancora una volta i tribunali italiani pongono rimedio alle lacune di un sistema giuridico che la politica non si dimostra in grado di saper adeguare ai cambiamenti della nostra società”.

COLPI DI STATO – Una levata di scudi si registra sul fronte Ncd-Fi-FdI. “Sentenza sconcertante con chiari profili di incostituzionalità” (Saltamartini, Ncd), “Ncd si opporrà a tutti i livelli, ci saranno ricorsi alla Corte Costituzionale, la quale non potrà che pronunciarsi negativamente” (Pagano, Ncd), Giovanardi parla di “sentenza eversiva”, Giorgia Meloni di “sentenza ideologica” ma la golden share dell’idiozia va certamente a Lucio Malan (Forza Italia): “un vero e proprio colpo di stato contro il potere legislativo del Parlamento e contro la Costituzione democratica”. Da ultimo, ma non certo per importanza, è difficile non citare Il Giornale berlusconiano che titola: “Colpo di mano dei giudici”. Come dicono a Roma, “levateje er vino”.

Giacomo Salvini

L'autore: Giacomo Salvini

Studente di Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze. 20 anni, nato a Livorno. Mi occupo di politica e tutto ciò che ci gira intorno. Collaboro con Termometro Politico dal 2013. Su Twitter @salvini_giacomo
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