Renzi a ‘Che tempo che fa’: “Tfr in busta paga”

Pubblicato il 29 Settembre 2014 alle 11:47 Autore: Alessandro De Luca

Renzi fiume in piena a Che tempo che fa:  frecciate a sindacati, minoranza Pd e poteri forti. Dalle realtà italiane alla televisione. Ieri sera, il premier Matteo Renzi è stato ospite della trasmissione condotta da Fabio Fazio Che tempo che fa, andata in onda su Raitre. Visibilmente stanco, con la grinta di sempre, Renzi è un fiume in piena, non rinunciando ad alcune stoccate.

“L’ARTICOLO 18 È UNA BATTAGLIA IDEOLOGICA” – La prima va ai sindacati, più volte schieratisi contro il Jobs Act. L’oggetto del contendere è sempre lo stesso: l’abolizione dell’articolo 18. Per Renzi, quella che i sindacati stanno conducendo è una “battaglia ideologica”. A tal proposito, il premier ricorda che questi corpi intermedi sono proprio le prime aziende con più di 15 dipendenti a non applicare la norma.

L’obiettivo da raggiungere, per il premier, non è il reintegro dei lavoratori, ma la revisione di quelle forme di collaborazione, come i co.co.co. e i co.co.pro “che hanno fatto del precariato la forma prevalente del lavoro”. “Non voglio che la scelta di licenziare o assumere sia in mano ad un giudice, deve essere in mano a un imprenditore”, ha concluso il premier, aggiungendo che il governo metterà a disposizione dei lavoratori una copertura di un miliardo e mezzo. Renzi, poi, conferma il bonus degli 80 euro e lancia l’idea di includere parte del Tfr in busta paga: lo scopo è creare liquidità per le piccole e medie imprese.

UN’IDEA ALTERNATIVA DI SINISTRA – Dopo i sindacati, Renzi punta il dito contro la minoranza Pd, che tutela una “memoria senza speranza” da “museo delle cere”. “Per vent’anni, c’è stata una generazione di persone che ci ha raccontato cos’è la sinistra disinteressandosi della realtà delle persone”, ha affermato il premier, il quale ha ricordato che la mediazione sulla riforma del lavoro deve avvenire con i diretti interessati e non tra la maggioranza e la minoranza del Pd. Dichiarando di preferire Berlinguer a Craxi, Renzi parla della sua idea di sinistra: «Io sogno la sinistra che dà un’opportunità, non quella degli opportunisti. Non quella che gode al pensiero di stare inchiodati al 25%”.

IL DIALOGO CON FORZA ITALIA – Non le manda, poi, a dire neanche a Forza Italia. Renzi, infatti, critica le posizioni spesso ambigue degli azzurri: “Forza Italia può girarci intorno o non si va da nessuna parte”. “Brunetta non può alzarsi ogni mattina e dire una cosa sua”, ha, poi, continuato il premier, riferendosi al dialogo sulle riforme.

I POTERI FORTI NON PENSINO DI TELECOMANDARMI – Un’altra frecciatina, poi, va ai poteri forti: “Possono anche mandarmi a casa domani mattina ma non pensino di telecomandarmi come una marionetta”, ha affermato, ribadendo di guidare il partito più votato in Europa.

IL VIAGGIO NEGLI STATES – Passando al viaggio negli States Renzi parla di esperienza positiva, affermando che, nel mondo, “c’è tanta voglia d’Italia”.

NO AD UNA GIUSTIZIA AD OROLOGERIA – Interpellato sui guai giudiziari del padre Tiziano, indagato dalla procura di Genova per bancarotta fraudolenta, Renzi confida nell’innocenza dell’uomo, affermando: “Nessuna giustizia orologeria”.

Alessandro De Luca

L'autore: Alessandro De Luca

Classe 1990. Laureato in Scienze politiche (indirizzo Scienze di governo e della Comunicazione Pubblica) alla Luiss Guido Carli di Roma. Giornalismo e politica, le mie passioni da sempre. Collabora con Termometro Politico da maggio 2014. Attualmente è membro di Giunta dell'Associazione Luca Coscioni.
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