La Germania dopo il muro: la fusione tra Est e Ovest

Pubblicato il 11 Ottobre 2014 alle 09:09 Autore: Antonio Scafati

Quanto c’è della vecchia Germania Est nella Germania di oggi? Tanto, stando al settimanale Der Spiegel, secondo il quale la Repubblica Democratica Tedesca ha contribuito e non poco a formare la nazione di oggi.

Lo Spiegel ricorda qual’era il pensiero dominante nel 1989, alla caduta del Muro di Berlino: “L’Ovest assimilerà l’Est. Non rimarrà niente della Repubblica Democratica Tedesca”. Non è andata così. A venticinque anni di distanza, il modello che ha prevalso è stato indubbiamente quello dell’Occidente. Ma non è stata un’assimilazione pura e semplice, quella cominciata nel 1989: è stata piuttosto una trasformazione che ha prodotto una Germania nuova.

Negli anni ’70, le due Germanie erano divise e in un certo senso lo erano anche i tedeschi. “Molti tedeschi della Germania occidentale preferivano guardare a loro stessi prima come europei e poi come tedeschi, anche per un senso di vergogna per il passato nazista” ha scritto il settimanale: “Molti tedeschi della Germania occidentale preferivano sentirsi più vicini a un britannico o a un francese, piuttosto che a un cittadino della Germania Est”.

Germania 2

Photo by Daniel AntalCC BY 2.0

Oggi quella percezione è cambiata, anche se sopravvive qualche divergenza di opinione. Rispetto ai loro connazionali occidentali, i cittadini dell’ex Repubblica Democratica Tedesca (soprattutto i giovani) giudicano positivamente i fatti che dalla caduta del Muro hanno condotto alla riunificazione della Germania.

Sopravvive ancora oggi un divario tra la parte occidentale della Germania e quella orientale, come mostrato dal rapporto annuale del governo tedesco sulla situazione economica nel paese. La disoccupazione, ad esempio, l’anno scorso ha segnato 10,3 per cento nell’Est e 6 per cento nell’Ovest: negli anni questa situazione ha prodotto fenomeni di migrazione interna che sono rallentati nel recente passato ma che secondo gli analisti potrebbero tornare a riproporsi nel breve termine.

Ma Est e Ovest hanno e avevano molto comune. Certi valori e certe categorie politiche c’erano già prima che il muro crollasse e le due Germanie si riunissero: una cautela nei confronti del capitalismo tout-court, molti movimenti pacifisti (e qui molto ha influito la Seconda Guerra Mondiale), la centralità del welfare. Tutto ciò aveva radici profonde soprattutto nell’Est.

Ma più banalmente (o forse no), dall’Est è stata ereditata anche l’abitudine a sventolare le bandiere, a tenere in alto i propri colori senza che questo abbia preso la deriva nazionalistica temuta da alcuni: “La Coppa del Mondo del 2006” ha ricordato lo Spiegel, “è diventata una festa avvolta nei colori della bandiera tedesca, nero, rosso e oro: i tedeschi che hanno celebrato i tedeschi in quanto tali”.

“La Repubblica Federale Tedesca ha assimilato la parte orientale, ma allo stesso tempo è diventata meno occidentale” ha scritto lo Spiegel. La fusione di Est e Ovest ha prodotto una Germania più grande, completa e in definitiva più sicura di sé.

Immagine in evidenza: photo by Piet theisohnCC BY 2.0

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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