La Norvegia e Solberg, la Finlandia e Stubb: premier a confronto

Pubblicato il 27 Novembre 2014 alle 07:45 Autore: Redazione
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Venerdì scorso in Norvegia il governo di centrodestra e i partiti che lo sostengono dall’esterno hanno trovato un accordo sul bilancio statale per il 2015.  A parole tutti si dicono soddisfatti. Lo è il primo ministro Erna Solberg e lo è il ministro delle Finanze Siv Jensen.

Il governo promuove il bilancio

L’esecutivo sostiene che grazie all’intesa della scorsa settimana la Norvegia avrà più soldi da spendere per la sanità, le ferrovie, l’educazione e le strade. Inoltre, lo stato sociale non perderà la sua capacità di dare sostegno alle persone. La gente però sembra pensarla diversamente.

I norvegesi sono scettici

Un sondaggio condotto subito dopo la presentazione del bilancio ha mostrato come appena il 13 per cento ritenga che la Norvegia ne trarrà vantaggi; il 33 per cento pensa invece che le cose peggioreranno; il 45 per cento, semplicemente, è convinto che non cambierà sostanzialmente nulla. È proprio la terza categoria ad essere cresciuta nel corso delle settimane: molti norvegesi credono che il compromesso raggiunto la scorsa settimana abbia prodotto un risultato che non avrà un impatto significativo sulla vita del paese.

Solberg e i norvegesi

Solberg rimane tutto sommato un personaggio che ha il sostegno degli elettori della Norvegia: il 30 per cento giudica positivamente il suo lavoro, l’11 per cento la boccia e il 55 per cento ritiene che si stia comportando sufficientemente bene. Sono numeri positivi (Solberg li ha accolti con soddisfazione) anche se in discesa rispetto al passato.

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Erna Solberg

Photo by James CridlandCC BY 2.0

Il governo in Finlandia

In Finlandia, il governo se la passa peggio. Ogni appuntamento parlamentare può diventare un insidia. La scorsa settimana, ad esempio, la maggioranza si è incagliata su due proposte per la riforma del fisco, una firmata dalla maggioranza e una da un partito di opposizione. Risultato: 89 voti da una parte e 89 dall’altra. È stato necessario ricorrere a un secondo voto, al termine del quale il governo ha prevalso.

Una maggioranza che perde pezzi

La maggioranza guidata dal premier Alexander Stubb ha perso due pezzi nel corso degli ultimi mesi: se ne sono andati i Verdi e se ne è andata l’Alleanza di Sinistra, lasciando l’esecutivo con un solo seggio in più delle opposizioni. A inizio novembre, il governo è sopravvissuto a un voto di fiducia ma ciò che è successo in Parlamento la scorsa settimana dimostra ancora una volta come la posizione della maggioranza si sia fatta estremamente incerta.

Le opposizioni guadagnano terreno

Anche i sondaggi sembrano dire la stessa cosa. Il Partito di Centro all’opposizione è saldamente in testa. Il Partito di Coalizione Nazionale del primo ministro Stubb perde consensi. I Socialdemocratici (seconda forza della maggioranza) sono impegnati in un testa a testa con il Partito dei Finlandesi, all’opposizione. Secondo Timo Soini, che del Partito dei Finlandesi è il leader, tutto ciò dimostra che la gente “non appoggia più le scelte del Partito di Coalizione Nazionale, non ritiene più che il premier possa far progredire il paese. La gente vuole cambiare”.

La risposta di Stubb

Il premier Stubb non si è nascosto di fronte alle critiche. “Abbiamo ottenuto troppo poco, diversi progetti non sono arrivati al traguardo” ha ammesso ieri. “Il cambiamento è difficile” ha aggiunto, invitando i partiti politici a non lanciarsi in promesse difficilmente realizzabili in vista delle elezioni dell’anno prossimo.

Immagine in evidenza: photo by Zero Emission Resource OrganisationCC BY 2.0

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