Dietrofont di Bondi: “Io sempre fedele a Silvio”

Pubblicato il 23 Aprile 2014 alle 10:27 Autore: Emanuele Vena

“Sono molto dispiaciuto e amareggiato che la mia analisi sia stata male interpretata. La mia presenza in FI e la mia lealtà nei confronti del Presidente Berlusconi e il mio sostegno pieno e convinto anche in questa campagna elettorale non sono e non saranno mai messi in discussione”. Così Sandro Bondi, dopo che stamattina si era sollevato un vespaio in merito ad alcune dichiarazioni di apprezzamento che l’ex coordinatore del Pdl aveva espresso a favore del premier Matteo Renzi.

Bondo aveva detto che il centrodestra non è solo “diviso” ma è soprattutto “privo di una strategia per il futuro”. Tutto è “affidato più ancora che nel passato al carisma di Berlusconi“, ma “resta un gigantesco problema che riguarda l’identità del centrodestra in Italia”. Aggiungendo “se Renzi farà delle cose giuste lo sosterrà e che lo criticherà o lo avverserà con fermezza solo se non manterrà fede alle sue promesse di cambiamento e di modernizzazione dell’Italia”.

bondi forza italia

“Renzi – spiega Bondi – rappresenta senza dubbio la prima vera cesura nella sinistra italiana rispetto alla sua tradizione comunista. Anzi, la sinistra di Renzi si colloca oltre la tradizionale socialdemocrazia europea, ed è più simile alla sinistra liberal americana di Obama e al nuovo labour party di Blair”. “Un’autentica rivoluzione liberale Berlusconi non ha potuto farla perché i suoi principali alleati, da Fini a Casini, da La Russa a Bossi erano tutto fuorché liberali”.

“La forza di Renzi nasce in fondo dal fatto di proporsi di realizzare quel cambiamento e quella modernizzazione che il centrodestra non può dichiarare di aver realizzato pienamente. Per queste ragioni il centrodestra dovrà scegliere, soprattutto dopo l’esito delle elezioni europee, quale tipo di opposizione condurre al governo Renzi: contrastare il suo impeto riformatore e modernizzatore oppure incalzarlo e sostenerlo in un’opera di cambiamento dal cui fallimento nessuno beneficerebbe”.

Ed il leader di Nuovo Centrodestra, Angelino Alfano, riconosce la presa di posizione dell’ex collega di partito: “Oggi arriva il bollino di qualità di Bondi”. Il titolare del Viminale aggiunge, poi, come “avevamo capito prima di Sandro Bondi che lo ha dichiarato oggi, il fallimento di Fi come progetto politico. Fi ha perso la spinta di amore per l’Italia”.

Risponde il diretto interessato, Sandro Bondi, circa le parole di Alfano: “Mi spiace che alcuni commenti, soprattutto di esponenti del Nuovo Centrodestra, preferiscano strumentalizzare una riflessione che ho sviluppato con l’intenzione di essere il più possibile onesto e obiettivo, piuttosto che concorrere a una ricerca e a una auto analisi che dovrebbe riguardare tutti coloro che credono a una democrazia che contempli uno schieramento liberale alternativo ad una sinistra democratica”.

La collega di FI, Alessandra Mussolini, aveva pesantemente attaccato l’ex coordinatore azzurro: “Queste pugnalate ci fanno solo del male. Siamo in una campagna elettorale in cui Silvio Berlusconi ha chiesto a tutti di impegnarsi. O si sta nel partito, o si sta fuori”, pretendendo, quindi, più solidarietà all’interno del proprio partito.

‘Tu quoque, Brute, fili mi’, avrà pensato Berlusconi leggendo le dichiarazioni a La Stampa di Sandro Bondi, suo storico collaboratore in Forza Italia ed attuale amministratore del partito. In verità erano sentimenti politici già espressi dall’ex Ministro dei Beni Culturali verso l’ex cavaliere, quindi la delusioni di Berlusconi non è stata tanto per i contenuti quanto per la coincidenza del ‘giorno del tradimento’ con quello dell’affidamento dell’ex premier ai servizi sociali, il giorno più triste della storia recente di Silvio Berlusconi: “andatevi a leggere ciò che Bondi ha scritto sulla Stampa. Incredibile… Una cosa terribile, non me l’aspettavo, ma soprattutto non capisco perché, che cosa sta succedendo”, ripeteva esterrefatto Berlusconi ai suoi collaboratori.

 

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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