Banche scandinave: pronte a reagire all’indebolimento dell’Euro

Pubblicato il 11 Dicembre 2014 alle 14:01 Autore: Redazione

Le banche centrali dei paesi scandinavi, fuori dall’Eurozona, corrono ai ripari in previsione di un indebolimento della moneta unica. Svezia, Danimarca e Norvegia sono preoccupate per le dichiarazioni, sempre più accomodanti e favorevoli, di Mario Draghi riguardo al varo di un “quantitative easing” e di altri stimoli monetari, che potrebbero determinare una ripresa della competitività delle economie dell’unione monetaria tutta a discapito della Scandinavia.

Svezia

La prima a reagire agli sforzi della Bce di indebolire l’Euro è stata la Svezia. Il governatore della banca centrale Stefan Ingves ha azzerato i tassi alla fine di Ottobre, dopo aver attuato una politica monetaria restrittiva dal 2010 in poi. Pare che anche la Svezia sia in procinto di dare il via a una procedura di “alleggerimento monetario”, anche se la crisi politica in atto potrebbe far slittare il progetto a dopo le elezioni politiche, previste per l’inizio del 2015.

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Danimarca

Lars Rhode, governatore della banca centrale danese, ha annunciato che la sua priorità sarà difendere il tasso di cambio tra la corona e l’euro. La politica del cambio controllato, perseguita da oltre 30 anni in Danimarca, potrebbe essere messa a rischio dal deprezzamento della moneta unica. La banca centrale di Copenaghen ha un target di 7,46038 corone contro un euro, con un margine di tolleranza del 2,25%. Dal 1999 ad oggi, però, il tasso di cambio non si è mai allontanato di più dell’1% dal target.

Norvegia

La banca centrale norvegese ha tagliato a sorpresa i tassi dello 0,25% all’1,25% per la prima volta in 2 anni. Il governatore Oeystein Olsen ha dichiarato che esiste il 50% di probabilità che vi sia un nuovo taglio nel 2015. Al momento l’economia norvegese è alle prese anche con il crollo del costo del petrolio. Le compagnie petrolifere hanno tagliato gli investimenti: l’anno prossimo diminuiranno del 15% secondo la banca centrale. La crescita del Pil per il 2015 è attesa all’1,5%, le stime di settembre la davano in crescita del 2,25%.

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