Dopo Napolitano, inizia l’iter per eleggere successore

Pubblicato il 14 Gennaio 2015 alle 16:15 Autore: Felice Tommasino
dimissioni napolitano

Dopo Napolitano, inizia l’iter per arrivare al successore. Già fissata dai capigruppo di Montecitorio la data della prima votazione: 29 gennaio alle 15. Il premier Matteo Renzi, intercettato alla presentazione del libro ‘Corruzione a norma di legge’ di Barbieri e Giavazzi, ha espresso ottimismo: “Ragionevolmente a fine mese avremo il prossimo presidente della Repubblica”. Come stabilito dall’articolo 86 della Costituzione, da oggi, data della presentazione delle dimissioni, il Presidente della Camera dei Deputati ha quindici giorni di tempo per indire l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Un termine più lungo è previsto solo nel caso in cui le Camere siano sciolte o prossime a cessazione (meno di tre mesi dalla fine della legislatura). Non vi è invece alcun limite di tempo per la conclusione delle elezioni.

Senato e Camera riunite in seduta comune

Il Presidente della Repubblica, come sancito dall’articolo 83, viene eletto dal Parlamento riunito in seduta comune. Ai componenti di Camera e Senato si aggiungono i delegati eletti dai consigli regionali: tre per ogni consiglio ad eccezione della Valle d’Aosta che nomina un solo delegato. Il totale dei cosiddetti “grandi elettori” è quindi di 1009 persone. Ai 630 deputati, ai 315 senatori, ai tre delegati per 19 regioni e a quello della Valle d’Aosta vanno infatti aggiunti i 6 senatori a vita. Tra questi figura anche il presidente uscente Giorgio Napolitano.

Dopo napolitano

La Costituzione dà voce alle minoranze

È previsto dalla Costituzione che, i consigli regionali, nella nomina dei propri delegati, diano voce alle minoranze e quindi riservino un delegato all’opposizione. Gli altri due delegati spesso vengono invece scelti tra il Presidente della Regione stessa, il vicepresidente della giunta, il presidente del Consiglio regionale o il capogruppo del partito di maggioranza in consiglio. Nel caso della Valle d’Aosta, l’unico delegato viene invece rappresentato solitamente dal Presidente della Regione.

Si vota a Montecitorio

Si voterà a Montecitorio nell’aula della Camera dei Deputati secondo il regolamento applicato in quest’ultima durante le sedute. La presidenza dell’assemblea spetta quindi a Laura Boldrini, Presidente della Camera. Lo scrutinio è segreto e a chiamata nominale: ogni elettore dopo aver indicato il cognome del prescelto su un foglietto, ripone quest’ultimo in un’urna.

 

Dopo napolitano

Dalla quarta votazione sufficiente maggioranza assoluta

Per i primi tre scrutini, è richiesta la maggioranza dei due terzi per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica (672 voti). Dalla quarta votazione in poi sarà sufficiente la maggioranza assoluta (505 consensi). Si parte dei senatori, a seguire votano i deputati e in fine i delegati dei consigli regionali. Allo spoglio delle schede, come anticipato, procede il Presidente della Camera che legge a voce alta il nome indicato su ogni singolo fogliettino.

I criteri di eleggibilità nell’art. 84 della Costituzione

Eleggibile, come indicato da’’articolo 84 della Costituzione, è “ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici. L’ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica”.

Napolitano unico eletto due volte

In passato, accordi tra i partiti, hanno consentito l’elezione del Capo dello Stato al primo scrutinio: Ciampi nel 1999 è stato l’ultimo. Napolitano venne invece eletto la prima volta, nel 2006, alla quarta votazione. Nel 2013, per il secondo mandato, primo caso nella storia, furono necessarie sei votazioni. Napolitano è stato il più anziano dopo Sandro Pertini, eletto ad 82 anni, a ricoprire il ruolo di Presidente della Repubblica. Il più giovane è stato invece Francesco Cossiga eletto a 57 anni. Il record, quanto a numero di votazioni, è quello di Giovanni Leone, eletto nel 1971 dopo ventitré scrutini.

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Le strade percorribili dal Pd

I numeri in Parlamento sono quelli maturati dopo le elezioni del 2013. Il Pd, partito di maggioranza relativa conta tra deputati e senatori 415 voti. Non sarebbero dunque sufficienti per nominare un nuovo Capo dello Stato nemmeno se sommati ai 33 di Sel. La via per raggiungere una solida maggioranza andrebbe scelta tra quella di una alleanza con il centrodestra, già sancita su legge elettorale e riforme costituzionali, e quella dell’alleanza con il Movimento 5 Stelle.  Scegliendo la prima delle due ipotesi, il quorum potrebbe essere raggiunto già al primo scrutinio.

Le opposizioni chiedono stop esame ddl riforma costituzionale

Intanto le opposizioni chiedono di sospendere l’esame della legge elettorale fino all’elezione del nuovo Capo dello Stato. Cinzia Bonfrisco e Augusto Minzolini dell’area Anti-Patto del Nazareno in Forza Italia si sono associati alla richiesta di Sel, Lega Nord e M5S di stoppare l’esame del ddl di riforma costituzionale dato la particolare situazione istituzionale. L’esame però, a quanto emerge dalla conferenza dei capigruppo prosegue come da calendario e le opposizioni, M5S e Sel in testa, insorgono contro quella che definiscono “forzatura incomprensibile ed inaccettabile e promettendo battaglia” e aggiungono “siamo davanti a un irragionevole irrigidimento del ministro Boschi e del governo”.

Financial Times: “Senza Napolitano incertezza”

L’Italia rischia l’incertezza politica dopo le dimissioni del presidente Giorgio Napolitano. È quanto si legge sul Financial Times, secondo cui i negoziati per eleggere il nuovo ‘inquilino del Quirinale “saranno un test chiave per il presidente del Consiglio Matteo Renzi.Il vincitore emergerà probabilmente da un compromesso fra il partito democratico di Renzi e i parlamentari di centro destra guidati dall’ex premier Silvio Berlusconi”. Il giornale ripete fra i possibili candidati alla carica istituzionale i nomi già circolati in Italia: il ministro della Cultura, Dario Franceschini, Sergio Mattarella, Anna Finocchiaro, Romano Prodi, Giuliano Amato, Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia e Roberta Pinotti, ministro della Difesa. Secondo il Financial Times, Renzi deve trovare un possibile alleato per proseguire sul suo percorso di riforme, come lo era stato Napolitano. “Vuole anche assicurare che il nuovo inquilino del Quirinale abbia una visione simile alla sua su quando andare a nuove elezioni”.

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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