Plus/minus: la NBA sulla via di New York

Pubblicato il 2 Febbraio 2015 alle 11:55 Autore: Marco Minozzi
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Nella settimana del Superbowl la NBA si prepara al gran gala delle sue stelle, l’All Star weekend, che si terrà dal 13 al 15 febbraio a New York. In questi giorni sono usciti oltre ai nomi dei 10 titolari scelti tramite i voti dei tifosi, anche quelli delle 14 riserve scelte dagli allenatori, i partecipanti alla gara delle schiacciate e quelli del tiro da tre punti. Per il nostro Belinelli si prospetta una sfida durissima contro gli Splash Brothers di Golden State (Curry&Thompson), Wes Mathews da Portland, J.J. Redick da Los Angeles sponda Clippers e soprattutto Kyle Korver, al momento irreale tiratore di Atlanta che viaggia con medie strepitose in tutte le categorie balistiche possibili.

Merito anche suo indubbiamente se i falchi, di cui non possiamo non continuare a parlare anche stavolta, sono al momento la squadra col miglior record NBA, cavalcando una striscia di 19 vittorie consecutive. Record di franchigia manco a dirlo. Gli Hawks, oltre al loro tiratore per il three point contest, spediranno ben tre giocatori alla partita delle stelle di domenica (Horford, Millsap e Teague) come meritato premio alla loro strepitosa prima parte di stagione, oltre a coach Budenholzer che guiderà la squadra dalla panchina.

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Pollici in alto anche per i Cleveland Cavs, che dopo un periodo nero si stanno riprendendo alla grande cavalcando una striscia aperta di 10 W consecutive, guarda caso da quando è tornato il loro leader col numero 6, pardon col 23. LeBron a New York partirà ancora una volta in quintetto (undicesima convocazione per lui), mentre dalla panchina salirà il suo compagno di squadra Kyrie Irving. La guardia ha corroborato recentemente la sua convocazione con una gara da 55 punti, record stagionale NBA, condita da 11 triple a segno e il canestro della vittoria contro Portland. Ecco, a proposito di Portland il più grande escluso della rassegna è sicuramente Damian Lillard, playmaker che subisce anche questo smacco dopo la ben più pesante esclusione dal roster che ha disputato i mondiali di Spagna questa estate. Il ragazzo non l’ha presa benissimo, sfogandosi apertamente coi media americani. Chissà se gli dicessero che è finito nei nostri Minus cosa succederebbe… La squadra dell’Oregon sarà degnamente rappresentata da LaMarcus Aldridge, che in realtà al momento dovrebbe essere in fase di recupero da un intervento al pollice della mano sinistra.

Il giocatore si doveva infatti operare per la rottura del legamento del dito, restando così fuori per almeno due mesi, ma ha preferito giocare col dito infortunato per poter aiutare la sua squadra a raggiungere i play off nella miglior posizione possibile. Viaggia dopo l’infortunio, per la cronaca, a 34 di media nelle prime tre partite con il 54% da due e il 58% da tre. Oh ragazzo, un pollice te lo presteremmo volentieri, e bello in alto, ma sembra che non ti serva poi così tanto… A proposito di rientri che aiutano la squadra, vi avevamo accennato a quello di Zach Randolph per Memphis. Bene, i Grizzlies sono ora secondi a Ovest con sei vinte in fila, e saranno degnamente rappresentati a New York dal loro centro Gasol, che come sapete duellerà col fratello titolare nella conference opposta. Chi non sappiamo se ci sarà è invece Dwyane Wade, guardia di Miami al momento alle prese con un infortunio. Miami si consola però con la scoperta di Hassan Whiteside, lungo giramondo firmato con un contratto non garantito e al momento vero riferimento della squadra sotto i tabelloni. Per lui contro Chicago una prestazione da 12 stoppate (record di franchigia), 13 rimbalzi e 14 punti. Biglietto da visita di tutto rispetto, con in più la magata del commento finale ai microfoni che lo intervistavano. “Sto solo cercando di migliorare la mia valutazione a Nba2K”. Genio. Chi invece sorride meno sono i Magic. Orlando è alla ottava sconfitta consecutiva nella non irresistibile eastern conference, col coach ufficialmente a rischio esonero. Non stanno meglio a Detroit, dove la rincorsa all’ultimo posto play off è stata frenata dal brutto infortunio al tendine di Achille del play titolare, quel Brandon Jennings già visto anche in Italia a Roma. Soffrono anche ad Oklahoma City, dove nelle ultime partite il bilancio parla di 5 vittorie e altrettante sconfitte. Non abbastanza per agguantare i Phoenix Suns che al momento hanno quattro partite di vantaggio. L’All Star Game sarà come sempre lo spartiacque della stagione.

Chi uscirà dalla pausa più lunga dell’anno con le energie giuste per lo sprint finale? Chi calerà ignobilmente buttando a mare il lavoro fatto fino a questo momento? Onestamente non abbiamo così fretta di scoprirlo. E comunque alla pausa meglio arrivarci carichi il più possibile, che Plus e minus sono sempre dietro l’angolo.