Quirinale: Renzi e Mattarella, l’orgoglio PD “Abbiamo rimediato a figuraccia 2013”

Pubblicato il 2 Febbraio 2015 alle 11:36 Autore: Giuseppe Spadaro
quirinale renzi e mattarella

Renzi e Mattarella: l’elezione del dodicesimo Presidente della Repubblica è stato da molti ribattezzato come il capolavoro del premier.

In effetti con il precedente del 2013 e la minoranza Pd agguerrita sino a poco prima del voto per il Quirinale per le divergenze su riforma del lavoro e approvazione dell’Italicum non era affatto scontato il successo dell’operazione Colle. Invece è andato tutto per il verso auspicato dalla dirigenza democratica.

Renzi e Mattarella sono quindi oggi sinonimo di un’operazione politica molto riuscita. Renzi commentando l’elezione del Capo dello Stato ha rivolto l’attenzione al comportamento del suo partito. Per il segretario il più grande merito del Pd è stato quello di aver rimediato alla figuraccia del 2013 quanto prima Franco Marini e poi Romano Prodi hanno pagato lo scotto delle divisioni interne. Ricordiamo a titolo di cronaca che entrambi i nomi furono bruciati in corso di votazione prima della rielezione di Giorgio Napolitano chiamato a supplire in situazione di piena emergenza.

Oggi Renzi a proposito di Mattarella ha dichiarato: “Siamo molto contenti per l’elezione del presidente. Sergio Mattarella è uno straordinario galantuomo, è un politico ma lo ha fatto sempre con un rigoroso senso delle istituzioni. È in prima fila contro la mafia e sarà un arbitro imparziale che non deve dare ragione a uno o all’altro ma rispettare la Costituzione”. Dopo l’elogio Renzi, a Rtl, ha aggiunto a proposito di Mattarella: “gli italiani, che forse non lo conoscono bene, impareranno presto ad apprezzarlo”.

“Che il Pd non litighi è una contraddizione in termini e torneremo a discutere. Va bene discutere ma ricordo che siamo qui per rimettere in moto l’Italia”. Così Matteo Renzi a proposito dell’unità del Pd per l’elezione del Capo dello Stato.

renzi e mattarella

Quirinale, Renzi “Grillo su Aventino”

“Grillo e Berlusconi sconfitti? È una lettura politichese. Grillo deve però decidere una volta per tutte, ha mandato 150 persone in Parlamento e la gente che li ha votati vuole un cambiamento. I Cinque Stelle invece stanno fermi, arroccati, stanno su una sorta di Aventino, ritirati nel loro angolo”.

Renzi sbeffeggia Passera

Parlando di cronaca politica e commentando il lancio di Italia Unica ad opera dell’ex ministro Corrado Passera Renzi ha ironizzato: “Passera poteva fare quando era ministro, a molti vengono idee quando smettono di fare i ministri”. Sull’Irpef, ha aggiunto il premier, “c’è un campionato di idee da Salvini a Passera. C’è una sorta di Champions League delle idee, tutti a dire come abbassarle, ma c’è solo un governo che ha abbassato le tasse: il nostro”. Sulla nascita di  Italia Unica? “I partiti crescono come i funghi ma io sono dell’idea che in Italia i partiti debbano essere 2 o 3, al massimo 4, i cittadini hanno diritto di scegliere in modo semplice. Ecco perché nella legge elettorale diamo il premio di maggioranza al partito che ottiene più voti, non alla coalizione formata da 18 partitini”.

Renzi su norma 3%

“Sulla norma del 3% stiamo valutando, verificando, vedremo se cambiarla e come. Il senso è che se fai il furbo e ti becco ti stango, ti faccio pagare il doppio ma non diamo corso al processo penale se c’è buona fede. Berlusconi non c’entra niente ma bisogna dividere tra gli evasori e chi fa errori in buona fede”. Così il premier Matteo Renzi ha difeso la norma della delega fiscale che tornerà in consiglio dei ministri il 20 febbraio dopo le polemiche.

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Riforme, Renzi “Avanti anche senza Fi”

“Le regole si scrivono insieme, Forza Italia continuerà a scriverle insieme a noi”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ospite a Rtl 102.5, dicendosi convinto che le divisioni all’interno di Fi non interferiranno sull’appoggio del partito di Berlusconi al ddl di riforma costituzionale e sul cambiamento della legge elettorale. “Non è che nel percorso di riforma della costituzione Fi stia brillando come voti: alla Camera il primo articolo del testo di riforma costituzionale lo hanno votato in 37 e per la precisione 24 favore e 13 contro. Quindi, almeno alla Camera, Forza Italia non è importante dal punto di vista numerico. È importante il concetto e cioè che l’opposizione partecipi alla riscrittura delle regole”. “Forza Italia credo abbia tutto l’interesse a stare dentro al percorso delle riforme. Rimettere tutto in discussione non avrebbe senso. Devono decidere loro cosa fare -ha concluso il presidente del Consiglio – noi andiamo avanti comunque senza di loro”.

 

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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