Arresti omicidio Nemtsov: sospettati due caucasici, si cercano i mandanti

Pubblicato il 7 Marzo 2015 alle 13:46 Autore: Guglielmo Sano

Arresti omicidio Nemtsov. L’FSB, servizio di sicurezza russo, per bocca del suo capo Alexander Bortnikov, ha confermato l’arresto di due sospettati originari del Caucaso settentrionale.

Gli arresti

Sono stati arrestati oggi due sospettati dell’omicidio di Nemtsov, si chiamano Anzor Gubashev e Zaur Dadayev; il capo dello Stato è stato informato”: queste le parole del capo dell’agenzia di intelligence russa intervistato dal canale televisivo Rossiya24. Bortnikov ha inoltre assicurato che “le procedure operative e investigative necessarie continueranno”.

I due uomini arrestati oggi sono originari del Caucaso del nord: fondamentali per le indagini sono state le tracce ritrovate nell’auto utilizzata per l’omicidio. Una volta risaliti ai due caucasici, gli investigatori hanno riscontrato altri elementi a loro carico esaminandone i tabulati telefonici.

Non è ancora chiaro, stando a quello che riferiscono gli inquirenti, chi dei due sarebbe il killer materiale di Boris Nemtsov. Adesso tutti gli sforzi della commissione congiunta di ministero degli Interni e servizi segreti si concentreranno sull’individuazione dei mandanti dell’agguato.

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Ulteriori sviluppi

Il membro dell’opposizione Ilya Yashin si è augurato che non ci siano stati errori e che le indagini risultino corrette, “finora non avevano convinto – ha aggiunto Yashin – che ci siano degli arresti ispira un certo ottimismo”. Dopo l’annuncio dell’arresto Nikolay Kovalev, ex capo dell’FSB ed ora deputato russo, ha detto che, in base alle prime informazioni diffuse dalle autorità, è praticamente certo che i due uomini abbiano agito in qualità di sicari.

Il Caucaso settentrionale è una regione tormentata: in Cecenia e Daghestan sono forti le istanze del fondamentalismo islamico. Nemtsov potrebbe essere stato ucciso a causa delle sue dichiarazioni sulla strage di Charlie Hebdo. Tuttavia, se i sospetti sono stati assunti come sicari, la loro regione di provenienza potrebbe essere irrilevante dal punto di vista investigativo.

L’opposizione, con in testa Alexander Navalny, sostiene che la ragione più ovvia per l’uccisione di Nemtsov siano le accuse di corruzione e illiberalità rivolte contro Putin e l’establishment russo, oltre alle posizioni dell’ex vice premier russo sulla guerra in Ucraina. Se l’ordine a sparare non è arrivato direttamente dal Cremlino, sostengono sempre i membri dell’opposizione, l’omicidio deve essere imputato al clima di odio generalizzato creato dai media che definiscono “traditore” e “quinta colonna” dei nemici della Russia ogni voce di dissenso.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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