Omicidio stradale, il ddl all’esame del Senato

Pubblicato il 24 Marzo 2015 alle 15:21 Autore: Felice Tommasino

Omicidio stradale, oggi l’esame in Senato del ddl che introduce il nuovo reato. Potrebbe essere davvero la volta buona per le associazioni delle vittime della strada che anche oggi con le loro mobilitazioni presso le Prefetture di 24 città italiane chiedono il varo del reato di “omicidio stradale”. Oggi, dopo due anni di discussione, l’apposito ddl inizierà il suo iter presso la commissione del Senato. Il relatore Giuseppe Cucca senatore del Pd precisa: “L’omicidio stradale può essere una colpa, anche grave, ma non un dolo come sentenziato ormai da tante decisioni della Cassazione, terremo fede agli impegni”.

Due nuovi reati: omicidio stradale e lesioni personali stradali

Ogni anno le vittime della strada sono circa 3000. Un numero sconcertante che andrebbe quanto meno arginato. Il ddl in esame al Senato punta all’introduzione di due nuovi reati: il già citato “omicidio stradale” e quello di “lesioni personali stradali”. Per il primo è prevista una pena che va dai 5 ai 12 anni di reclusione per chi “ponendosi alla guida in stato di ebbrezza alcolica o dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti” causa la morte di qualcun altro. Dai 4 agli 8 anni di reclusione per chi pur avendo dimostrato di essere lucido stesse guidando ad una velocità doppia rispetto a quella consentita. In caso di omicidio plurimo, la pena potrà essere triplicata fino ad un massimo di 18 anni. Per l’altro reato, quello di “lesioni personali stradali”, la pena prevista varia dai 6 mesi ai 2 anni di detenzione.

omicidio-stradale

Rinviato “ergastolo della patente”

Quanto invece al cosiddetto “ergastolo della patente”, la revoca definitiva di essa, invocata direttamente dal premier Matteo Renzi, il senatore Pd Cucca ha spiegato che è meglio accantonare tale ipotesi. Diversamente si creerebbe una sorta di cortocircuito dal momento che sul Codice della Strada sta lavorando anche un’altra commissione del Senato. Esisterebbe poi, nel caso, la scappatoia del ripetere l’esame di guida. Cucca assicura: “Si potrebbe pensare a una sorta di recidiva. La prima volta che si viene trovati in stato di ebbrezza, sospensione della patente. La seconda volta, nuova sospensione più pesante. Alla terza, sospensione definitiva”.

Le associazioni restano fredde

Secondo molte associazioni le novità che verrebbero introdotte dal ddl, seppur necessarie, non sarebbero sufficienti. Per altre basterebbe applicare le leggi già esistenti. L’attuale legge, l’articolo 589 del Codice penale riguardante l’omicidio colposo, stabilisce infatti che chiunque causi la morte di qualcuno violando le norme del Codice della strada è punito con la reclusione da 2 a 7 anni. Da 3 a 7 anni qualora il soggetto fosse risultato alla guida ubriaco o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope. In caso di omicidio multiplo, la pena viene triplicata fino ad un massimo di 15 anni.

Novità necessaria per le forze di polizia

Eppure la necessità di istituire il reato di “omicidio stradale” sembra esserci. È la necessità che nasce dalle esigenze delle forze di polizia che, una volta individuato l’autore del reato stradale, lo sottoporrebbero inutilmente al controllo alcolemico o al narcotest essendo già trascorse molte ore o addirittura giorni dal fatto accaduto.

Lentino: “Aumentare i controlli sulle strade”

Ancor più semplice sarebbe, come sostenuto dal presidente dell’associazione Bastaunattimo, Carmelo Lentino, aumentare i controlli sulle strade ed il coordinamento tra le polizie. Lentino chiede anche una revisione del Codice della strada. Una revisione respinta dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama per la insufficiente copertura finanziaria.

Nei primi due mesi del 2015 già 18 morti

La questione delle vittime della strada, lo dicono i numeri, è un problema non di poco conto. Sono 3 mila ogni anno gli uomini, le donne e i bambini che perdono la vita sulle strade. 180 mila gli incidenti stradali che oltre ai morti causano quasi 260 mila feriti. Sembra un bollettino di guerra e forse lo è. La guerra contro chi corre troppo, chi si mette alla guida ubriaco o sotto l’effetto di droghe, chi si distrae per rispondere al cellulare e contro chi, dopo aver investito qualcuno, scappa anche dall’obbligo di prestare soccorso. Una guerra che già nei primi due mesi di quest’anno ha fatto registrare 18 morti.

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
Tutti gli articoli di Felice Tommasino →