P.A, il ministro Madia: “Tra gli statali troppi anziani”

Pubblicato il 4 Maggio 2014 alle 14:56 Autore: Daniele Errera
Lavoro, Marianna Madia sbaglia ministro e confonde Zanonato con Giovannini

“Non sono troppi tre milioni e mezzo di statali. Ma sono in media troppo anziani”. Lo afferma il ministro della pubblica amministrazione, Marianna Madia, ospite a L’Intervista su Sky tg 24. «”Non è detto che a sapere come si fanno le cose siano solo le persone vicinissime all’età della pensione”, osserva il ministro. Che annuncia l’intenzione ci cancellare l’istituto del trattenimento in servizio, che consente di lavorare a chi è oltre l’età della pensione”. Per quanto riguarda le prefetture, spiega Madia, “non verranno chiuse tutte. Non diciamo che sono inutili”. “Le prefetture – aggiunge il ministro – svolgono un ruolo fondamentale, ha aggiunto, e il piano del governo è di ridurne il numero, accorpandole per migliorarne l’efficacia e l’efficienza”. Madia ammette che in Italia al momento esiste “una ingiustizia per i vincitori di concorso”. “Si tratta di ragazzi e ragazze che hanno fatto grandi sacrifici per studiare, fanno un concorso, lo vincono ma poi restano a casa”.

Pd, Marianna Madia e la segreteria Renzi incoraggiano Letta

Per quanto riguarda gli attriti tra sindacati e governo sul tema lavoro, Madia prova a stemperare la tensione. “Ascolteremo tutte le parole che verranno dette a Rimini. Sui 44 punti contenuti nella riforma della pubblica amministrazione, che sarà presentata il 13 giugno, “il sindacato ha da dire e quindi mi aspetto suggerimenti e consigli, affinchè i 44 punti siano meglio di come noi li abbiamo presentati. Ma non significa che bisogna andare li fisicamente” a Rimini.

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
Tutti gli articoli di Daniele Errera →